Barometro della transizione 2022

Risultati principali, marzo/aprile 2022

Indagine presso i giovani e le aziende su incarico della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI

Obiettivi e metodologia dello studio

L’obiettivo del barometro della transizione è rilevare le scelte formative compiute dai giovani al termine della scuola dell’obbligo e valutare la situazione relativa al mercato svizzero dei posti di tirocinio.

A tal fine ogni anno viene svolto un sondaggio online in tre lingue tra i giovani di età compresa tra i 14 e i 16 anni e le aziende con almeno 2 collaboratori articolato in due fasi.

 

I grafici che seguono riassumono i risultati principali della prima fase di rilevamento, condotta nel 2022. Per i dettagli sulla metodologia rimandiamo alla scheda tecnica.

I valori indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.

L’essenziale in breve

Il 51% dei giovani alla transizione ha già una soluzione definitiva.

Il 64% dei posti di tirocinio offerti è già occupato.

Giovani

Tra marzo e aprile 2022 87’066 giovani di età compresa tra i 14 e i 16 anni erano in procinto di compiere la propria scelta formativa.

Una volta terminata la scuola dell’obbligo la maggior parte di loro intende iscriversi a una formazione professionale di base. Le scuole di maturità sono al secondo posto fra gli indirizzi maggiormente scelti. Circa un quarto giovani prevede di iniziare un anno intermedio o prende in considerazione una formazione transitoria.

Il 56% dei giovani interessati a un posto di tirocinio ha già sottoscritto un contratto (21’002). Questi valori sono molto simili a quelli degli anni precedenti (2021: 52%, 2020: 56%, 2019: 61%). Un ulteriore 11% (4’104) ha già ricevuto una conferma orale per un posto di tirocinio.
I restanti 19’627 hanno superato gli esami di ammissione alle scuole di maturità o alle formazioni professionali di base di tipo scolastico oppure hanno accettato altre offerte (anno intermedio, offerte transitorie). Complessivamente, il 51% dei giovani intervistati (44’733) ha già trovato una soluzione che inizia direttamente dopo le vacanze estive. Questo valore è in linea con quelli degli anni precedenti.

È importante sottolineare che questi numeri rappresentano solo una parte della domanda di posti di tirocinio, ovvero quella dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni che hanno concluso la scuola dell’obbligo.

Aziende

Nel complesso, il 24% delle aziende che hanno partecipato al sondaggio offre posti di tirocinio.

Nel 2022 il numero totale di posti di tirocinio offerti è stimato in circa 76’749 unità.

La maggior parte delle aziende che formano apprendisti offre lo stesso numero di posti del 2021 (78%), il 12% offre più posti e un altro 10% afferma di aver ridotto l’offerta. Questi valori si sono mantenuti perlopiù stabili.

Il 90% dei posti di tirocinio offerti (68’963) sono formazioni professionali di base che portano al conseguimento di un attestato federale di capacità (AFC), mentre il 9% (6’904) sono formazioni professionali di base con certificato federale di formazione pratica (CFP). Non è possibile classificare in maniera univoca il restante 1%.

Tra marzo e aprile 2022 il 64% dei posti di tirocinio (49’186) era già stato assegnato. Si tratta di un valore simile a quello dell’anno precedente (2021: 63%).

Crisi del coronavirus

La crisi del coronavirus ha richiesto alle imprese e ai giovani una buona dose di flessibilità. In generale, diversi indicatori mostrano che la grande maggioranza dei giovani e delle aziende formatrici sono riusciti a superare brillantemente gli ostacoli che hanno riguardato la scelta della professione e l’assegnazione dei posti di tirocinio.

Giovani

Il 16% dei giovani che concluderanno la scuola dell’obbligo nell’estate del 2022 dichiara di aver dovuto modificare i propri progetti formativi a causa della pandemia di coronavirus. Si tratta di un valore simile a quello dell’anno precedente (2021: 17%).

Questo fenomeno riguarda in misura molto maggiore le ragazze, gli stranieri e gli alunni delle scuole medie di avviamento pratico e delle scuole secondarie rispetto ai ragazzi, ai cittadini svizzeri, agli alunni delle scuole medie e ai liceali, come mostra il grafico sottostante.

Il 14% dei giovani non sa (ancora) dire in cosa consiste questo cambiamento (2021: 18%).

 

Il 28% ha scelto una formazione professionale diversa rispetto a quella prevista inizialmente (2021: 22%), il 16% andrà al liceo o in una scuola specializzata (2021: 14%) e il 10% sceglierà un’offerta o una soluzione transitoria (2021: 14%).

In questo periodo di pandemia, la scelta formativa dei giovani è stata sostenuta in particolare dai genitori. Il 65% afferma infatti di aver ricevuto un supporto speciale da parte di questi ultimi, il 14% non indica nessuno in particolare e l’8% cita gli insegnanti.

Per quanto riguarda il proprio futuro, la maggioranza dei ragazzi che sta per accedere al livello secondario II si dichiara fiduciosa (54%), mentre la fiducia nella società in generale fa registrare un ottimismo nettamente minore (25%).

Aziende

A livello nazionale il 36% delle aziende che offre posti di tirocinio dichiara di aver fatto ricorso al lavoro ridotto durante la crisi del coronavirus. Nella Svizzera francese e in quella italiana il fenomeno è stato ed è ancora più diffuso rispetto alla Svizzera tedesca (DCH: 31%, FCH: 49%, ICH: 58%).

Particolarmente colpite le imprese dei seguenti settori: trasporti (62%), settore alberghiero e della ristorazione (92%), arte, spettacolo e tempo libero (98%).

Nonostante il coronavirus, la maggior parte delle imprese (80%) è riuscita a svolgere le attività di reclutamento senza particolari problemi. Per il 20% delle aziende formatrici la crisi del coronavirus ha invece reso più complicata la ricerca di apprendisti, un problema maggiormente sentito nelle aziende di grandi dimensioni rispetto a quelle più piccole. Grandi

 

difficoltà sono state segnalate soprattutto dalle imprese del settore alberghiero e della ristorazione.

Circa un’azienda su cinque (19%) ha dichiarato di aver dovuto modificare i propri processi di reclutamento a causa della crisi, strategia adottata soprattutto dalle aziende più grandi (2-9 collaboratori: 17%, 10-99 collaboratori: 18%, 100+ collaboratori: 46%).

Tra le principali sfide da superare per riuscire a offrire posti di tirocinio nonostante la pandemia vengono menzionate: le candidature a distanza o con scarsi contatti personali (2020: 13%, 2021: 9%) l’organizzazione degli stage d’orientamento (2022: 10%, 2021: 14%), il rispetto delle norme di protezione nonché il telelavoro (2022: 4%, 2021: 6%) e infine l’incertezza economica (2022: 3%, 2021: 5%). Ad ogni modo, rispetto a un anno prima queste sfide hanno avuto un peso minore.

Giovani alla transizione I

Interessi per la scelta formativa

Alla fine dell’anno scolastico 2021/2022 la maggior parte dei giovani ha preso in considerazione la formazione professionale di base (44’416/58%). Il tirocinio rappresenta la prima preferenza per la stragrande maggioranza dei ragazzi (37475/84%) rispetto alla formazione di tipo scolastico (6’941/16%).

Poiché al momento del primo sondaggio (aprile 2022) circa la metà dei giovani non aveva ancora una soluzione definitiva, nella domanda sulle preferenze sono state accettate più risposte. Questo spiega probabilmente il forte interesse per le scuole di maturità, al secondo posto con il 50% delle preferenze (38’448 giovani).

Se si prendono in considerazione soltanto le prime risposte, si vede che sono molto più numerosi i giovani interessati a un tirocinio rispetto a quelli che sceglierebbero una scuola di maturità.

 

7’921 giovani pensano di iniziare un anno intermedio (10%), mentre 10’054 optano per un’eventuale formazione transitoria (13%).

La maggior parte degli uomini prende in considerazione un tirocinio (57%) mentre sono molti di meno a scegliere una scuola di maturità (43%). Le donne invece preferiscono le scuole di maturità (58%) rispetto al tirocinio (41%).

Per quanto riguarda la formazione professionale di base e le scuole di maturità, l’interesse degli svizzeri e degli stranieri è praticamente identico. Tuttavia, emerge che molti più stranieri prendono in considerazione una formazione transitoria o una formazione professionale di base di tipo scolastico.

Nella Svizzera tedesca la domanda di posti di tirocinio tra i giovani è molto più alta rispetto alla Svizzera italiana o alla Svizzera francese. Al contrario, nella Svizzera latina è più alto il numero di giovani che vogliono conseguire un attestato di maturità.

Giovani interessati alla formazione professionale

Dei 37’475 giovani che intendono iniziare un tirocinio nell’estate 2022, 34’869 puntano a ottenere un AFC (93%), mentre 1’013 vorrebbero conseguire un CFP (3%).

Nel grafico qui sotto sono elencate le 10 professioni più gettonate tra i giovani nella primavera 2022. Al primo posto rimane saldamente l’impiegato di commercio.

Rispetto all’anno precedente, nel 2022 tornano nella top ten le formazioni di installatore elettricista, polimeccanico e cuoco, che soppiantano rispettivamente quelle di meccanico di

 

manutenzione per automobili, mediamatico e impiegato in logistica.

Per quanto riguarda le professioni più desiderate, i gusti degli uomini e delle donne sono molto diversi, anche se il modello già noto si ripete: la formazione più gettonata tra i due sessi rimane quella di impiegato di commercio seguita dalle professioni mediche e sociali per quanto riguarda le donne e dalle professioni tecniche nel caso degli uomini (vedi grafico sottostante).

Il 25% dei giovani che vorrebbero iniziare un tirocinio (9’543) ha intenzione di conseguire la maturità professionale, percentuale che si è mantenuta relativamente stabile negli anni (2021: 29%, 2020: 28%, 2019: 24%, 2018: 27%).

Determinante per questa scelta è la formazione pregressa: il 53% di coloro che frequentano una classe preliceale mira a conseguire un attestato di maturità professionale, mentre nelle scuole medie di avviamento pratico la percentuale si colloca al di sotto del 14%. Inoltre, anche la regione linguistica ha un peso molto forte, in quanto nella Svizzera latina sono molti di più i giovani che vogliono conseguire la maturità professionale rispetto alla Svizzera tedesca (DCH: 23%, FCH: 31%, ICH: 54%).

Il 67% dei giovani (25’106) ha già un posto di tirocinio assicurato. Dopo due anni questo valore inizia ad avvicinarsi al livello pre-pandemia (2021: 62%, 2020: 64%, 2019: 72%) e torna

a variare notevolmente a seconda della professione, come mostra il grafico sottostante.

I candidati che hanno fatto domanda come installatore elettricista, polimeccanico, operatore sociosanitario o impiegato di commercio hanno già ricevuto una conferma scritta. Si tratta di posti di tirocinio per i quali i giovani hanno ricevuto conferme in breve tempo anche negli anni precedenti.

Tuttavia, coloro che si sono candidati per un posto di tirocinio come mediamatico, meccanico di manutenzione per automobili o impiegato in logistica non hanno ancora ottenuto una risposta. Inoltre, tra gli interessati a un posto come mediamatico, assistente di farmacia o assistente del commercio al dettaglio meno di un quinto ha già firmato un contratto di tirocinio.

I posti vicino casa rimangono molto ricercati. A circa due terzi piacerebbe lavorare in un’azienda nel proprio Cantone o Comune di domicilio, mentre poco meno della metà si vedrebbe bene a lavorare in una PMI della regione. Al contrario, solo poco più di un terzo dei giovani vorrebbe lavorare all’estero in un’azienda internazionale e poco meno di un terzo in una PMI orientata all’esportazione. Anche il lavoro autonomo (in proprio) sta diventando sempre più interessante agli occhi dei giovani (69%) e occupa la prima posizione nella classifica dei lavori più gettonati insieme alle aziende del proprio Cantone. All’inizio della serie di rilevamenti del barometro della transizione il lavoro autonomo occupava appena il 7° posto.

La maggioranza di coloro che hanno optato per una formazione professionale di base di tipo scolastico (p. es. scuola media di commercio) non si è ancora iscritta al tipo di formazione scelta. Negli ultimi quattro anni il valore è costantemente aumentato (2022: 63%, 2021: 58%, 2020: 57%, 2019: 51%). Solo il 16% dei giovani di questo gruppo afferma di essere già stato ammesso in una scuola (2021: 21%, 2020: 19%, 2019: 23%).

 

L’8% dei giovani interessati a una formazione di base ad impostazione scolastica dichiara che la decisione è stata dovuta alla pandemia (2021: 12%).

Oltre la metà dei giovani interessati a una formazione professionale di base afferma che la pandemia ha ostacolato il processo di candidatura (2022: 54%). Ad esempio, il 61% non ha potuto svolgere tutti gli stage d’orientamento previsti o una parte di essi, l’8% non ha ricevuto alcuna risposta, il 7% non ha avuto la possibilità di presentarsi personalmente in azienda e il 5% ha avuto problemi a entrare in contatto con la persona responsabile in azienda.

Ciò nonostante, il 92% dei ragazzi interessati a un tirocinio sono riusciti a partecipare a uno (20%) o più stage d’orientamento (72%). Questi valori sono molto simili a quelli degli anni precedenti e dimostrano che, malgrado le difficoltà, è stato possibile portare a termine il processo di candidatura (2021: 21% uno stage, 70% più stage; 2020: 18% uno stage, 74% più stage; 2019: 18% uno stage, 76% più stage).

Giovani interessati alla scuola di maturità

Il 36% dei 38’448 giovani che vorrebbero frequentare una scuola di maturità o una scuola specializzata ha superato gli esami di ammissione e ha già un posto assicurato al termine della scuola dell’obbligo. Si tratta di un numero inferiore a quello dell’anno precedente ma non particolarmente basso (2021: 40%, 2020: 36%, 2019: 45%).

Nella selezione della scuola di maturità, tre indirizzi hanno una popolarità pressoché identica: economia, commercio e diritto (20%), biologia e chimica (17%), lingue moderne (16%).

 

Seguono fisica e applicazioni della matematica (12%) e musica e arti visive (10%). Con il passare degli anni la ripartizione tra questi cinque indirizzi si mantiene relativamente stabile.

Le donne sono molto più interessate alle opzioni lingue moderne, filosofia, pedagogia e psicologia, biologia e chimica, musica e arti visive mentre gli uomini alla fisica e alle applicazioni della matematica nonché all’indirizzo economia, commercio e diritto.

Giovani in formazioni o soluzioni transitorie

Sebbene i giovani che hanno dichiarato di aver scelto una formazione transitoria perché non hanno trovato un posto di tirocinio siano diminuiti rispetto all’anno scorso, rimane questo il motivo principale (2022: 27%, 2021: 28%, 2020: 35%, 2019: 32%). La seconda e la terza ragione sono la necessità di concludere una formazione transitoria per poter iniziare una formazione successiva (14%) e il desiderio di migliorare le proprie note (13%) o le conoscenze linguistiche (10%). Queste percentuali si sono mantenute stabili nel tempo.

Quello che si nota nel 2021 e nel 2022 è un aumento generale dell’interesse per le formazioni transitorie rispetto ai primi due anni della rilevazione (2022: 13%, 2021: 14%, 2019: 8%, 2018: 11%).

A domanda esplicita, il 16% dei giovani interessati a una formazione transitoria dichiara di aver maturato il proprio interesse in seguito alla pandemia. Sono molti di meno rispetto all’anno precedente (2021: 27%). Quando invece si chiede a coloro che hanno scelto una soluzione transitoria se la decisione presa ha a che fare con la pandemia, nel 2022 la percentuale di risposte positive è simile a quella dell’anno precedente (14% nel primo caso e 15% nel secondo).

La maggioranza dei giovani, tuttavia, non dimostra un interesse concreto per le formazioni transitorie.

 

Il 59% dei 14-16enni che vorrebbero iniziare una formazione di questo tipo infatti non ha ancora effettuato l’iscrizione (2021: 60%, 2020: 65%, 2019: 53%).

Chi opta per una soluzione transitoria al termine della scuola dell’obbligo lo fa per le ragioni più disparate, come si evince dalla categoria «Altro motivo» (26%). Molti, ad esempio, non hanno trovato un posto di tirocinio adeguato (18%) o vogliono semplicemente prendere del tempo per sé (16%). Anche nelle risposte a questa domanda le percentuali si sono mantenute relativamente stabili rispetto agli anni precedenti.

Quasi un giovane su due ha già ricevuto una conferma definitiva per i suoi piani che riguardano l’anno intermedio (2022: 47%, 2021: 49%, 2020: 52%, 2019: 51%).

Al termine dell’anno intermedio o della formazione transitoria, la maggior parte dei giovani vorrebbe svolgere un tirocinio (44% nel primo caso, 56% nel secondo). Anche il percorso formativo generale però rappresenta un’opzione per quasi un ragazzo su cinque (rispettivamente 20% e 18%).

Offerta di posti di tirocinio da parte delle aziende

Offerta di posti di tirocinio

Anche nel 2022 dei 76’749 posti di tirocinio offerti la maggior parte fanno capo ai settori della sanità e dell’assistenza sociale, del commercio, dell’edilizia e delle attività manifatturiere. I settori con meno di 2000 posti di tirocinio sono stati inseriti nella categoria «Altri settori».

6’904 posti sono tirocini CFP (9%) e 68’963 tirocini AFC (90%).

Di tutti i posti di tirocinio offerti nel 2022 l’82% (valore stabile) è stato assegnato nella Svizzera tedesca, il 15% nella Svizzera francese e il 3% nella Svizzera italiana.

 

 

Complessivamente nel 2022 l’offerta di posti di tirocinio è stata simile a quella del 2019 (81’340) ma molto inferiore a quella del 2020 (87’496) e del 2021 (87’786).

Queste oscillazioni non rappresentano una tendenza consolidata ma sono dovute piuttosto a una sovrastima dell’offerta negli anni della pandemia (2020/2021).

Pertanto, le tendenze relative ai settori illustrate qui sotto devono essere interpretate con prudenza.

Posti assegnati

Tra marzo e aprile 2022 è stato possibile assegnare il 64% dei posti di tirocinio disponibili, un valore simile a quello registrato nello stesso periodo dell’anno precedente (2021: 63%) ma in costante diminuzione dal 2018 in poi (2020: 66%, 2019: 67%; 2018: 70%). Il calo è probabilmente riconducibile alle difficoltà nel reclutamento di nuovi apprendisti durante la pandemia.

La percentuale di posti di tirocinio assegnati già nella primavera del 2022 varia notevolmente da un settore all’altro: ad esempio molti posti nei servizi finanziari e assicurativi, nell’agricoltura e nell’economia forestale e nel settore dell’informazione e della comunicazione sono già occupati. Tra marzo e aprile 2022 sono nuovamente rimasti vacanti numerosi

 

posti di tirocinio nel settore alberghiero e della ristorazione e nell’edilizia.

Dal 2020 nel settore alberghiero e della ristorazione e nella categoria «Altri settori» si riscontra una costante diminuzione dei posti assegnati in primavera, mentre nell’edilizia per la prima volta nel 2022 si registra un’inversione di tendenza.

L’assegnazione dei posti di tirocinio si mantiene relativamente stabile nel commercio, nelle attività manifatturiere, nelle libere professioni nonché nei servizi finanziari e assicurativi.

L’agricoltura e gli altri servizi economici fanno invece segnare un notevole balzo in avanti, segno che dopo due anni nel 2022 la situazione si è finalmente normalizzata.

Variazione dell’offerta di posti di tirocinio

La maggior parte delle aziende intervistate (78%) dichiara di aver mantenuto costante l’offerta di posti di tirocinio rispetto all’anno precedente, valore in linea con quelli degli anni precedenti (2021: 74%, 2020: 71%, 2019: 71%, 2018: 63%). Il 12% ha invece offerto un numero maggiore di posti, mentre il 10% ha ridotto la propria offerta.

La situazione nei diversi settori, rappresentata qui di seguito, si presenta piuttosto omogenea. Particolarmente degni di nota il settore alberghiero e della ristorazione e quello dell’istruzione e dell’educazione, nei quali quest’anno oltre un’azienda su cinque dichiara di offrire più posti di tirocinio rispetto all’anno precedente. Nel primo caso l’aumento dell’offerta è dovuto alla volontà di garantire il ricambio generazionale, mentre nel secondo caso il motivo principale sono piuttosto le ristrutturazioni aziendali o il fatto che il numero di posti di tirocinio disponibili varia di anno in anno.

Come negli anni precedenti, anche nel 2022 sono soprattutto le grandi imprese a incrementare la propria offerta (2022: 23%, 2021: 20%, 2020: 26%, 2019: 28% di posti in più presso le aziende con 100 o più collaboratori). Anche nel 2022 nella Svizzera italiana ci sono stati cambiamenti più marcati.

Le aziende di questa regione dichiarano più spesso di aver messo a disposizione meno posti di tirocinio rispetto a quelle della Svizzera tedesca e francese e scelgono più spesso l’opzione «Nessuna risposta»

 

Sia per quanto riguarda i motivi che portano a un maggior numero di posti sia quelli che ne determinano una riduzione, viene quasi sempre argomentato che l’offerta di posti di tirocinio cambia semplicemente di anno in anno, senza una ragione particolare.

Come negli anni precedenti, tra i motivi che giustificano l’aumento dei posti di tirocinio le aziende citano la volontà di garantire il ricambio generazionale, anche se nel 2022 per la prima volta non viene menzionato così spesso (2022: 39%, 2021: 41%, 2020: 39%, 2019: 34%). Altri motivi sono le ristrutturazioni aziendali (2022: 16%, 2021: 13%, 2020: 19%, 2019: 18%) e la forte domanda di posti di tirocinio (2022: 11%, 2021: 16%, 2020: 14%, 2019: 17%,).

Tra le ragioni che hanno portato a ridurre i posti di tirocinio vengono spesso menzionate le ristrutturazioni aziendali (2022: 15%, 2021: 22%, 2020: 22%, 2019: 24%) e per una parte crescente delle aziende anche la situazione economica ha un ruolo determinante (2022: 14%, 2021: 25%, 2020: 16%, 2019: 13%). Tuttavia, nel 2022 entrambi i motivi sono stati molto meno citati rispetto al 2021, mentre torna a farsi sentire il problema della mancanza di candidati qualificati (2022: 20%, 2021: 15%, 2020: 14%, 2019: 25%).

Il 56% delle aziende che offrono posti di tirocinio propone anche la possibilità di conseguire la maturità professionale durante la formazione. Si tratta di una percentuale nettamente superiore a quella dei primi due anni in cui si è svolto il rilevamento (2021: 55%, 2020: 57%, 2018/2019: 44%).

Tra le aziende che offrono questa possibilità anche nel 2022 sono particolarmente numerose quelle con più di 100 collaboratori (2-9 collaboratori: 47%, 10-100 collaboratori: 63%, 100+ collaboratori: 84%) e quelle attive nei settori secondario e terziario (settore primario: 40%, settore secondario: 59%, settore terziario: 56%). Nel settore primario il valore registrato nel 2022 è il più alto dall’inizio del rilevamento (2022: 40%, 2021: 25%, 2020: 27%, 2019: 28%).

Scheda tecnica

Nota bene:

I valori indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.

Per quanto riguarda i giovani, le stime si basano sui ragazzi che hanno frequentato l’8a classe nell’anno precedente, secondo la statistica dell’UST sulle persone in formazione.

Per quanto riguarda le imprese, le stime si basano sui dati delle iscrizioni alla formazione professionale di base dell’anno precedente (UST). I dati relativi alle stime sono riportati nella versione integrale del rapporto di ricerca relativo al progetto.

Giovani:

  • Gruppo target: cittadini residenti di età compresa tra i 14 e i 16 anni
  • Fonti degli indirizzi: base di campionamento (Ufficio federale di statistica)
  • Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online)
  • Periodo del sondaggio: 22.02. – 15.04.2022
  • Totale degli intervistati: N = 11’015
  • Totale dei partecipanti: N = 7’021 (prima della transizione: N = 3’290)
  • Margine di errore: ± 1.2% (± 1.8) in caso di 50/50 e 95% di probabilità
  • Risorse impiegate: 64%
  • Ponderazione: primo livello: numero di giovani per Cantone; secondo livello: età e sesso correlati per Cantone

Imprese:

  • Gruppo target: aziende con almeno 2 collaboratori
  • Fonti degli indirizzi: registro delle imprese (Ufficio federale di statistica)
  • Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online/cartaceo)
  • Periodo del sondaggio: 21.02 – 13.04.2022
  • Totale degli intervistati: N = 7’718
  • Totale dei partecipanti: N = 5’218
  • Margine di errore: ± 1.4% in caso di 50/50 e 95% di probabilità
  • Risorse impiegate: 68%
  • Ponderazione: regione linguistica, grandezza dell’azienda, ripartizione NOGA

Team di progetto gfs.bern

Lukas Golder: politologo e massmediologo

Martina Mousson: politologa

Aaron Venetz: politologo

Tobias Keller: politologo

 

Consulenza esterna

Prof. Dr. Stefan C. Wolter, professore di economia della formazione presso l’Università di Berna