Barometro della transizione 2020

Risultati principali, agosto 2020

Indagine presso i giovani e le aziende su incarico della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI

Obiettivi e metodologia dello studio

L’obiettivo del barometro della transizione è rilevare le scelte formative compiute dai giovani al termine della scuola dell’obbligo e valutare la situazione relativa al mercato svizzero dei posti di tirocinio. A tal fine ogni anno viene svolto un sondaggio online in tre lingue tra i giovani di età compresa tra i 14 e i 16 anni e le aziende con almeno 2 collaboratori articolato in due fasi.

I grafici che seguono riassumono i risultati principali della seconda fase di rilevamento, condotta nel 2020.

 

I rilevamenti per il sondaggio di aprile sono iniziati prima del lockdown del 16 marzo 2020. Pertanto, per formulare conclusioni accurate in merito agli effetti del coronavirus sul mercato dei posti di tirocinio ci si può affidare solo sui risultati del rilevamento di agosto, riportati nel presente rapporto.

I risultati della seconda tornata del 2020 si basano su un sondaggio rappresentativo condotto presso 1’885 giovani e 3’370 aziende in tutta la Svizzera. Per i dettagli sulla metodologia rimandiamo alla scheda tecnica.

La versione integrale del rapporto di ricerca sarà pubblicata a metà novembre 2020.

L’essenziale in breve

Giovani

Dei 72’392 giovani che hanno terminato la scuola dell’obbligo nell’estate 2020, il 44 per cento ha iniziato una formazione professionale di base mentre il 40 per cento ha scelto una formazione generale. Il 14 per cento ha dovuto ripiegare su una soluzione transitoria: nel 10 per cento dei casi si è trattato di formazioni transitorie mentre il 4 per cento ha deciso di prendersi un anno intermedio. È importante sottolineare che questi numeri rappresentano solo una parte della domanda di posti di tirocinio, ovvero quella dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni che hanno concluso la scuola dell’obbligo.

Dal 2018 si registra una tendenza negativa per la formazione professionale di base e positiva per la formazione generale, mentre le offerte transitorie e gli anni intermedi si mantengono stabili.

Sebbene la crisi del coronavirus abbia influito sulla situazione dei giovani alla transizione I, i suoi effetti sono stati particolarmente negativi solo per poche persone. Se il 19 per cento dei ragazzi dichiara che la crisi ha reso più difficile la scelta della formazione, il 75 per cento afferma invece di aver ricevuto un supporto adeguato e l’84 per cento (valore stabile) ha potuto iniziare la formazione desiderata nonostante alcune difficoltà.

Aziende

Il 24 per cento delle aziende interpellate forma apprendisti. Il 92 per cento dei posti di tirocinio assegnati nel 2020 sono corsi che portano al conseguimento di un attestato federale di capacità (AFC), mentre il restante 8 per cento sono corsi che consentono di ottenere un certificato federale di formazione pratica (CFP).

Rispetto al 2019, la maggior parte delle aziende che formano apprendisti e hanno partecipato al sondaggio (24%) ha mantenuto costante la propria offerta di posti di tirocinio (72%). L’11 per cento delle aziende offre più posti rispetto all’anno precedente e l’8 per cento ne offre di meno

Il 90 per cento dei posti di tirocinio disponibili nel 2020 è stato occupato. Appare quindi evidente che i problemi dovuti al coronavirus non hanno inciso in maniera significativa sulla situazione dei posti di tirocinio, nemmeno per quanto riguarda le aziende che formano apprendisti. Anche se il 45 per cento di esse afferma di aver fatto ricorso al lavoro ridotto si è trattato di una soluzione dovuta agli effetti diretti della pandemia.

Situazione sul mercato svizzero dei posti di tirocinio

Entro agosto 2020 il 90 per cento dei posti di tirocinio disponibili è stato occupato. Grazie al comportamento flessibile delle aziende e al loro impegno a formare apprendisti in una situazione di crisi (candidature lampo, prolungamento dei termini, ecc.) è stato possibile assegnare i posti di tirocinio in condizioni più o meno «normali» anche nel 2020. Tuttavia, il fatto che nella Svizzera tedesca la maggior parte dei contratti di tirocinio fosse già stata firmata prima del lockdown fa capire che le conseguenze della crisi saranno davvero quantificabili soltanto il prossimo anno.

La situazione sul mercato svizzero dei posti di tirocinio non può essere valutata in maniera esaustiva perché il barometro della transizione non tiene conto dei candidati di età superiore ai 16 anni, entrati nel mercato più tardi rispetto ai giovani intervistati in questo contesto. Infatti, solo il 31 per cento del totale dei posti disponibili sono stati occupati da ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni che nell’estate 2020 hanno portato a termine la scuola dell’obbligo.

Scelte formative dei giovani alla transizione I

Soddisfazione generale dei giovani alla transizione I

In linea di principio la soddisfazione nei confronti del percorso formativo intrapreso è elevata. La stragrande maggioranza ha scelto liberamente (92%) una formazione che corrisponde alle proprie capacità e ai propri interessi. Inoltre (92%), la maggior parte dei giovani intervistati non vede l’ora di iniziare la formazione, descritta (91%) come la soluzione desiderata o sognata (82%).

Sono state fatte numerose supposizioni per quanto riguarda gli effetti del coronavirus sulle scelte formative dei giovani e anche il nostro sondaggio indica che ci sono state diverse criticità che, tuttavia, non hanno avuto effetti degni di nota.

Il 19 per cento dei giovani conferma ad esempio che la crisi del coronavirus ha reso più difficile la scelta di una formazione, mentre il 75 per cento afferma di aver ricevuto un supporto adeguato nonostante il lockdown e le ulteriori restrizioni in vigore.

Pertanto, anche se per alcuni giovani alla transizione I la crisi ha avuto ripercussioni dirette sulla scelta della professione (circa 1 stage d’orientamento su 10 è stato annullato) in generale il fatto che nella Svizzera tedesca la maggior parte dei contratti di tirocinio fosse già stata firmata prima del lockdown e l’adozione di misure mirate hanno permesso di limitare i danni.

La maggior parte dei ragazzi mostra quindi un certo ottimismo nei confronti del proprio futuro mentre sembra essere più pessimista per quanto riguarda il futuro della società.

Scelta dell'istruzione dopo la scuola dell'obbligo

La formazione professionale di base, sotto forma di tirocinio (29’011/40%) o di percorso scolastico (2’766/4%), rimane la scelta più gettonata al termine della scuola dell’obbligo. Gli uomini sono in maggioranza (54%) rispetto alle donne (appena il 30% circa). Benché preferiscano la formazione generale (donne: 47%, uomini: 35%) le donne sono più presenti anche nelle offerte transitorie (donne: 14%, uomini: 7%) e nelle soluzioni transitorie (donne: 5%, uomini: 3%).

Mentre nel complesso la percentuale di giovani che optano per le soluzioni transitorie si mantiene stabile, nella fascia d’età tra i 14 e i 16 anni dai primi rilevamenti del 2018 emerge una tendenza a spostarsi dalla formazione professionale verso quella generale.

 

È importante notare che anche nel 2020, anno di crisi, l’84 per cento dei giovani ha potuto intraprendere la formazione che desiderava (prima scelta).

Il 7 per cento ha invece dovuto ripiegare sulla seconda scelta e dal 2018 a oggi è stabile al 9 per cento la quota di giovani che segue una formazione che non rappresenta né la prima né la seconda scelta. In questo ultimo gruppo si potrebbe riscontrare un effetto della crisi del coronavirus perché coloro che non hanno potuto iniziare la formazione desiderata dichiarano molto più spesso che al momento non stanno né studiando né lavorando (2018: 0%, 2019: 1%, 2020: 11%)

Formazione professionale di base

La categoria «formazione professionale di base» (31’777) raggruppa i giovani che iniziano un tirocinio (29’011/91%) e quelli che iniziano una formazione professionale di base di tipo scolastico (2’766/9%). Questi ultimi rappresentano una netta minoranza e la proporzione rimane stabile nel tempo.

La maggior parte dei giovani intraprende un tirocinio di tre o quattro anni (57% risp. 41%) che termina con il conseguimento dell’attestato federale di capacità (AFC). Per la prima volta nel 2020 questa ripartizione, di per sé stabile, ha visto aumentare gli apprendisti iscritti a una formazione quadriennale (2018: 34%, 2019: 33%).

 

Le formazioni con certificato federale di formazione pratica (CFP) rimangono un’eccezione (2018: 3%, 2019: 2%, 2020: 2%).

Tra i nuovi apprendisti del 2020 è aumentata sensibilmente anche l’intenzione di conseguire in parallelo la maturità professionale (2020: 30%, 2019: 20%, 2018: 21%), soprattutto per avere migliori opportunità di carriera. Chi prende la decisione opposta lo fa perché vuole prima finire il tirocinio.

Le 10 formazioni più gettonate nel 2020 sono le seguenti:

Tra le persone che hanno appena iniziato un tirocinio gli uomini (18’392/63%) sono più numerosi delle donne (10’618/37%), anche se per la prima volta la forbice sembra allargarsi (2018/2019: 59%/58% uomini e 41%/42% donne).

Anche nel 2020 si confermano profonde differenze per quanto riguarda le professioni preferite dagli uni e dalle altre. Fatta eccezione per la professione che occupa il primo posto sia tra gli uomini che tra le donne, ce n’è solo un’altra che compare in entrambe le liste, ovvero quella di disegnatore.

Le 10 professioni più scelte dalle donne

Impiegata di commercio
Operatrice sociosanitaria
Assistente di farmacia
Assistente di studio medico
Assistente dentale
Impiegata del commercio al dettaglio
Cuoca
Operatrice socioassistenziale
Impiegata d’albergo
Disegnatrice

Le 10 professioni più scelte dagli uomini

Impiegato di commercio
Informatico
Polimeccanico
Installatore elettricista
Disegnatore
Operatore in automazione
Falegname
Carpentiere
Meccanico di manutenzione per automobili
Mediamatico

In media nel 2020 i nuovi apprendisti hanno presentato 7.1 candidature. Si tratta di un valore inferiore a quello degli anni precedenti (2018: 8.2, 2019:10.3) ma che varia considerevolmente all’interno dei sottogruppi. Ad esempio, nel 2020 gli stranieri hanno redatto in media 11.2 candidature mentre gli svizzeri soltanto 6.3. Non si è però registrato un calo delle conferme ricevute dai candidati (2018: 2.0, 2019: 2.1, 2020: 1.9) né delle risposte in sospeso (2018: 0.8, 2019: 2.0, 2020: 1.0), quanto piuttosto delle risposte negative (2018: 5.4, 2019: 6.2, 2020: 4.2).

La maggior parte dei nuovi apprendisti si era assicurata un contratto di tirocinio già prima del lockdown (Svizzera: 64%, Svizzera tedesca: 68%, Svizzera francese e italiana: 39%). Inoltre, la maggioranza (82%) dichiara che la crisi del coronavirus non ha avuto alcun effetto sul processo di candidatura. Ciò nonostante circa uno stage d’orientamento su dieci è stato annullato.

I casi di scioglimento del contratto di tirocinio rappresentano un’eccezione e hanno riguardato solo il 3 per cento dei giovani che durante il sondaggio di aprile aveva preso in considerazione l’idea di iniziare un tirocinio. Il 38 per cento di loro afferma tuttavia che lo scioglimento è stato dovuto alla crisi del coronavirus.

Scuole medie superiori

Complessivamente, dopo le vacanze estive 29’293 giovani hanno iniziato una scuola media superiore. Il 75 per cento di loro (22’007) frequenta un liceo o una scuola cantonale mentre il 25 per cento si è iscritto a una scuola specializzata. Rispetto all’anno precedente, la ripartizione si mantiene stabile.

Anche nel 2020 la percentuale di donne (16’270/56%) che hanno iniziato una scuola media superiore supera quella maschile (13’023/44%). Anche in questo caso la proporzione si mantiene stabile nel tempo.

La maggioranza degli iscritti alle scuole di maturità (78%) ha trovato nell’offerta della scuola l’indirizzo che cercava. Benché si tratti di un valore inferiore a quello dell’anno precedente (2019: 88%) non è possibile individuare una tendenza chiara e univoca (2018: 73%).

 

Gli indirizzi più scelti dai ragazzi iscritti al liceo e alle scuole specializzate sono illustrati qui di seguito. Mentre nel 2020 tra gli indirizzi preferiti dai liceali spiccano la fisica e la matematica, le lingue moderne, l’economia e il diritto riscuotono sempre meno successo. Un dato di rilievo è che nel 2020 è aumentato il numero di liceali che non hanno ancora scelto l’indirizzo da frequentare.

Nelle scuole specializzate non si registra nessuna tendenza particolare riguardo alla scelta degli indirizzi. Il più gettonato rimane quello sanitario.

Oltre all’interesse personale, prima di scegliere un indirizzo i giovani si chiedono se avranno una preparazione adeguata per gli studi universitari. Anche il rendimento scolastico (punti forti e deboli) incide in maniera decisiva.

Formazioni transitorie

Nel 2020 7’476 giovani (10%, valore stabile rispetto al 2019) hanno scelto una formazione transitoria al termine della scuola dell’obbligo. La maggioranza si è avvalsa di un’offerta di carattere puramente scolastico e si tratta di una percentuale in aumento (2018: 33%, 2019: 41%, 2020: 48%). Nel 2020 la presenza femminile nelle offerte transitorie supera nettamente quella maschile (67% contro 33%). Nel 2019 la situazione era diversa (donne: 47%, uomini: 53%) e potrebbe spiegare l’aumento registrato nelle offerte di tipo scolastico.

 

La ragione più frequente per cui ci si orienta verso una formazione transitoria è perché non è stato possibile trovare un posto di tirocinio (37%) anche se, rispetto agli anni precedenti, questa ragione è stata menzionata meno spesso (2018: 60%, 2019: 43%). Inoltre, il 18 per cento dichiara che la decisione di iscriversi a un’offerta transitoria è stata dovuta alla crisi del coronavirus.

Inoltre, la maggior parte dei giovani che frequenta una formazione transitoria manifesta chiaramente il desiderio di iniziare un tirocinio dopo tale formazione. L’11 per cento (valore stabile) afferma invece di volersi iscrivere a una scuola media superiore.

Anno intermedio

La scelta di un anno intermedio dopo la scuola dell’obbligo rimane un’eccezione. Attualmente i ragazzi che optano per questo percorso sono 3’081 (4%). Anche in questo caso la percentuale femminile (1’865/61%) è molto superiore a quella maschile (1’216/39%), sebbene nel tempo la differenza tra i sessi si sia ridotta (donne 2018/2019: 77%/66%, uomini 2018/2019: 23%/34%).

 

Le motivazioni per scegliere una soluzione transitoria sono diverse quanto le soluzioni transitorie stesse, come si evince dalla categoria «altro motivo». La risposta più frequente è il desiderio di avere più tempo per sé o l’impossibilità di trovare un posto di tirocinio. Rispetto agli anni precedenti, aumentano i ragazzi che affermano di voler avere più tempo per sé.

Situazione dei posti di tirocinio nelle imprese

Offerta e assegnazione dei posti di tirocinio

Il 24 per cento delle imprese che hanno partecipato al sondaggio offre posti di tirocinio.

Ad agosto 2020 il 90 per cento di questi posti era stato assegnato. Secondo alcune stime, per il 2020 non si individuano particolari difficoltà nell’assegnazione dei posti di tirocinio: il numero di posti occupati è infatti simile a quello registrato nello stesso periodo degli anni scorsi (2018: 86%, 2019: 88%).

Sul totale dei posti di tirocinio offerti, l’8 per cento sono CFP mentre il 92 per cento AFC. La proporzione si è mantenuta relativamente stabile nel tempo (2018: 7%/93%, 2019: 9%/91%).

 

Die Aufschlüsselung der Lehrstellensituation nach Branchen liefert untenstehende Grafik.

Nei settori del commercio, della sanità e dell’assistenza sociale l’offerta di posti di tirocinio è aumentata, così come in quelli della pubblica amministrazione, dell’istruzione e dell’educazione e delle attività immobiliari. Al contrario, nell’edilizia i posti disponibili sono calati costantemente. Anche nelle attività manifatturiere, rispetto all’anno scorso l’offerta di posti di tirocinio si è ridotta.

Le maggiori difficoltà nell’assegnazione dei posti di tirocinio si riscontrano nel settore commerciale, nell’edilizia e nel settore sanità e assistenza sociale, dove nell’agosto 2020 circa un quinto dei posti è rimasto vacante. Nelle attività manifatturiere è rimasto vacante quasi un posto su dieci.

Dal 2018 nell’edilizia, nel commercio, nell’agricoltura e nelle attività manifatturiere ma anche nel settore alberghiero e della ristorazione vengono offerti sempre meno posti di tirocinio.

Al contrario, nel 2020 si registra un forte aumento dei posti vacanti nel settore della sanità e dell’assistenza sociale e in quello delle libere professioni.

Motivi e soluzioni per i posti di tirocinio rimasti vacanti

Le ragioni più frequenti per le quali nel 2020 i posti di tirocinio sono rimasti vacanti sono lo scarso livello di qualificazione dei candidati e la mancanza di candidature. Mentre nel corso dei mesi il primo problema è sembrato affievolirsi, il calo generale delle candidature non è proseguito.

 

Inoltre, tra i motivi che hanno contribuito a lasciare posti vacanti il 18 per cento delle aziende indica l’impossibilità di svolgere regolarmente le procedure di reclutamento a causa del coronavirus.

Nel caso dei posti di tirocinio CFP e AFC i problemi sono altri: i candidati alle formazioni CFP sono troppo pochi mentre quelli che vorrebbero iniziare un AFC non hanno le qualifiche sufficienti.

 

Solo in casi eccezionali i posti di tirocinio vacanti vengono cancellati o ritirati. La maggior parte sarà offerta anche l’anno prossimo (75%).

Nel 2020, data la situazione del coronavirus, sono aumentate le aziende che continuano a mantenere vacanti i posti per poterli eventualmente assegnare in seguito (2018: 52%, 2019: 50%, 2020: 66%).

Profilo dei nuovi apprendisti

Come l’anno precedente tra coloro che hanno iniziato un tirocinio nell’estate del 2020 gli uomini superano le donne (56% contro 44%). Nel tempo questa proporzione tra i sessi si è mantenuta stabile.

Nel 2020 tuttavia è più raro trovare nuovi apprendisti che abbiano più di 16 anni. Se nel 2018 e nel 2019 queste persone rappresentavano la metà dei nuovi apprendisti (51%/49%), oggi sono soltanto il 37 per cento. Ciò nonostante, dal sondaggio emerge che spesso chi decide di iniziare un tirocinio non lo fa immediatamente dopo la scuola dell’obbligo.

Solo l’8 per cento dei posti (valore stabile rispetto al 2019) viene assegnato a persone che dispongono già di un CFP o di un AFC.

 

La maggior parte delle aziende che formano apprendisti continua a offrire la possibilità di conseguire la maturità professionale parallelamente al lavoro (2020: 58%). Tale opportunità però è stata effettivamente sfruttata solo dal 6 per cento dei nuovi apprendisti (valore stabile rispetto al 2019). Tuttavia, questa percentuale varia notevolmente da un settore all’altro; i settori dove i nuovi apprendisti desiderano maggiormente conseguire la maturità professionale sono i servizi finanziari e assicurativi (24%), le attività manifatturiere (17%) e le libere professioni (15%).

Variazione dell’offerta di posti di tirocinio

La maggior parte delle aziende dichiara di aver mantenuto costante l’offerta di posti di tirocinio rispetto all’anno precedente. Le percentuali delle aziende che offrono un numero maggiore o inferiore di posti di tirocinio sono rimaste praticamente invariate.

La crisi del coronavirus ha influito su entrambe le decisioni. Le aziende di tirocinio che nel 2020 hanno offerto meno posti rispetto all’anno precedente si sono giustificate più spesso adducendo come motivo la situazione economica (2018: 10%, 2019: 11%, 2020: 20%). La motivazione più frequente rimane però quella delle fluttuazioni naturali (2018: 53%, 2019: 46%, 2020: 45%).

 

Il 15 per cento delle aziende che hanno offerto più posti di tirocinio rispetto al 2019 dichiara che lo ha fatto per dare una prospettiva ai giovani nonostante il coronavirus. Tuttavia, il motivo principale per aumentare l’offerta rimane la volontà di garantire il ricambio generazionale (2018: 36%, 2019: 36%, 2020: 41%).

Le previsioni per il 2021 sono più incerte. Se la maggior parte delle aziende che formano apprendisti vorrebbe mantenere costante l’offerta di posti nonostante la situazione economica e i timori legati alle ripercussioni del coronavirus, rispondendo alla domanda moltissime di loro mostrano prudenza e dichiarano di non aver ancora deciso cosa fare.

Titoli rilasciati alla fine del tirocinio

La maggior parte degli apprendisti che hanno concluso la formazione ottenendo il relativo titolo ha svolto il tirocinio presso una grande azienda con più di 100 collaboratori (50%) o presso un’azienda di medie dimensioni (32%).

Gli apprendisti che hanno ottenuto il titolo si concentrano principalmente nei settori della sanità e dell’assistenza sociale, del commercio e delle attività manifatturiere.

 

I primi due settori menzionati rientrano indubbiamente tra i settori formativi in ascesa, insieme a informazione e comunicazione, pubblica amministrazione, servizi finanziari e assicurativi, istruzione ed educazione.

Il numero degli apprendisti che ottengono il titolo è invece in costante diminuzione nei settori dell’edilizia, degli spettacoli e dei trasporti.

Nel 2020 la maggior parte degli ex apprendisti ha lasciato l’azienda in cui ha svolto il tirocinio mentre un terzo è stato impiegato all’interno dell’azienda (il 16% con un contratto temporaneo).

Rispetto all’anno precedente si notano un lieve calo delle assunzioni a tempo indeterminato e un aumento delle partenze. I valori non si discostano in modo significativo da quelli del 2018 e anche in questo caso non indicano variazioni di grande portata dovute alla pandemia.

Qui sotto sono riportate le percentuali di assunzioni a tempo indeterminato per settore negli ultimi tre anni, che si sono evolute in modo piuttosto eterogeneo. Per questo motivo non si può parlare di una tendenza intersettoriale.

Il settore con il maggior numero di ex apprendisti (sanità e assistenza sociale) impiega lo stesso numero di persone rispetto agli ultimi due anni mentre il secondo classificato (commercio) registra un aumento delle assunzioni a tempo indeterminato. Nel settore che si classifica al terzo posto (le attività manifatturiere) la situazione è differente: dal 2018 il numero di ex apprendisti che hanno ottenuto un posto fisso nelle aziende di tirocinio è costantemente diminuito. Lo stesso discorso vale per l’edilizia, i servizi finanziari e assicurativi e le libere professioni.

Scheda tecnica

Nota bene:

I valori indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.

Per quanto riguarda i giovani, le stime si basano sui ragazzi che hanno frequentato l’8a classe nell’anno precedente, secondo la statistica dell’UST sulle persone in formazione.

 

Nel 2020 si è deciso di non effettuare stime sulle imprese.

Giovani

Gruppo target: Cittadini residenti di età compresa tra i 14 e i 16 anni che hanno partecipato al sondaggio di aprile e che hanno terminato la scuola dell’obbligo in estate

Fonti degli indirizzi: base di campionamento (Ufficio federale di statistica)

Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online)

Periodo del sondaggio: 20.07. – 02.09.2020

Totale degli intervistati: N = 1’885

Margine di errore: ± 2.2% in caso di 50/50 e 95% di probabilità

Risorse impiegate: 65%

Ponderazione: primo livello 1: numero di giovani per Cantone; secondo livello: età e sesso correlati per Cantone

Aziende

Gruppo target: aziende con almeno 2 collaboratori, che hanno partecipato al sondaggio di aprile

Fonti degli indirizzi: registro delle imprese (Ufficio federale di statistica)

Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online/cartaceo)

Periodo del sondaggio: 20.07. – 07.09.2020

Totale dei partecipanti: N = 3’370

Margine di errore: ± 1.7 % in caso di 50/50 e 95% di probabilità

Risorse impiegate: 71%

Ponderazione: regione linguistica, grandezza dell’azienda, ripartizione NOGA

Team di progetto gfs.bern

Lukas Golder: politologo e massmediologo

Martina Mousson: politologo

Aaron Venetz: politologo

 

Consulenza esterna

Prof. Dr. Stefan C. Wolter, professore di economia della formazione presso l’Università di Berna