Per conto della Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani
Team: Cloé Jans Lukas Golder Daniel Bohn
Il Monitor politico easyvote è un sondaggio condotto su base annua tra le scolare e gli scolari del livello secondario II per conto della Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani (FSPG). Nel 2019, per la quinta volta, è stato chiesto a più di 1 000 giovani tra i 15 e i 25 anni di esprimersi sulle loro preferenze, sulle forme di partecipazione e sul loro atteggiamento nei confronti della politica.
Oltre alle informazioni circa l’opinione dei giovani sulla politica, nel rapporto vengono raccolte anche alcune indicazioni importanti sul lavoro di easyvote. L’obiettivo è quello di valutare sia i prodotti che le attività di easyvote, così come l’impatto concreto di alcune campagne. La Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani (FSPG) mira ad aumentare la partecipazione giovanile al sistema politico svizzero.
Potete trovare maggiori informazioni sul metodo di campionamento e sul sondaggio nella casella informativa in fondo al cockpit.
Mentre l’individualismo e l’autorealizzazione sono stati a lungo il denominatore comune principale tra i giovani, la generazione di oggi si orienta maggiormente al “mainstream”, al desiderio di sicurezza e ad una certa vicinanza alle convenzioni. Il fatto di diventare parte della società in un momento in cui il mondo sembra essere sempre più confuso e incerto influisce in modo importante sui bisogni dei giovani. Da molto tempo ormai si parlava di giovani “apolitici”, di una generazione cresciuta nell’era dei social media per la quale “apparire” è più importante di “essere”. Da quando sono iniziati gli scioperi per il clima, ossia poco più di un anno fa, la questione è cambiata radicalmente. Ora ci si meraviglia piuttosto di come i giovani stiano rimodellando sia l’uso dei social media che l’agenda politica e di come siano riusciti a rendere il cambiamento climatico, tema che non si era riusciti ad affrontare da decenni, una priorità assoluta.
Il Monitor politico easyvote tiene conto anche di questi sviluppi nella sua analisi e discussione.
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La maggioranza delle scolare e degli scolari intervistati, per esattezza il 54%, afferma che il cambiamento climatico è una questione politica che li interessa personalmente. Per questo motivo la questione ambientale è chiaramente in cima alla lista dei temi importanti per i giovani: rispetto all’ultimo sondaggio e nel corso dell’ultimo anno, l’interesse per questo tema ha infatti registrato una crescita significativa.
Al secondo posto si trova l’interesse per la parità di genere tra uomini e donne, la seconda tematica che nell’ultimo anno ha portato in strada decine di migliaia di persone[MT1] . Rispetto alla questione climatica, tuttavia, non si è osservato un aumento significativo dell’interesse da parte dei giovani svizzeri, nonostante lo sciopero delle donne abbia avuto luogo.
Lo stesso vale per le questioni relative alla migrazione e all’asilo politico. È inoltre notevolmente diminuito l’interesse per la politica internazionale, che nel 2019 era considerato dai giovani il tema più interessante in assoluto.
Nonostante nell’ultimo anno la questione climatica abbia rimesso in discussione il rapporto tra i giovani e la politica, risulta chiaro che l’interesse per gli altri temi rimane invariato o è addirittura in diminuzione.
Il calo di interesse da parte dei giovani svizzeri per le questioni politiche fa dunque ancora parte dello scenario attuale.
I media stanno subendo un cambiamento che li trasforma lentamente dalla tipologia classica a quella “on demand”, con notizie sempre disponibili su richiesta e personalizzate in base alle preferenze individuali. Questo processo sta cambiando anche il comportamento della società nei confronti dell’informazione. In generale si parla di una crescente “news deprivation” (letteralmente “deprivazione di notizie”), ossia di un calo dell’esposizione alle notizie, particolarmente pronunciato tra i giovani.
I risultati del Monitor politico di easyvote di quest’anno confermano questa tendenza. Solo dall’analisi in un arco di tempo relativamente breve come quello dal 2014 ad oggi risulta che i giovani si informano sempre meno frequentemente. Se nel 2014 il 22% degli intervistati dichiarava di informarsi sugli eventi politici ogni giorno o anche più volte al giorno, oggi questa cifra raggiunge solo il 10%.
Stando alle scolare e agli scolari, sono diverse le ragioni che li spingono a partecipare alle elezioni. Tali motivazioni sono state raccolte per la prima volta nel primo Monitor politico easyvote del 2014 (con riferimento alle elezioni del 2015) e poi nuovamente nel 2018 e nel 2019 (in vista delle elezioni del 2019).
In tutti e tre i sondaggi, la rappresentanza degli interessi dei giovani in Parlamento ha la priorità numero uno. Una netta maggioranza concorda inoltre, sempre in tutte e tre le indagini, che il diritto di voto sia un importante diritto civile e un modo semplice per partecipare alla vita politica.
Rispetto all’anno scorso, più persone si sono dichiarate d’accordo con alcune affermazioni positive che nel 2018 avevano subito un calo, fenomeno verificatosi soprattutto per l’affermazione secondo la quale il Parlamento prende decisioni importanti e che le elezioni permettono di dare un nuovo orientamento alla politica. Solo una minoranza continua però ad affermare che le decisioni del Parlamento sono rilevanti per la propria vita personale.
Questa constatazione è particolarmente importante perché evidenzia la (mancata) percezione dell’importanza della politica parlamentare nella vita dei giovani svizzeri. Questa importanza è però un fattore essenziale per incrementare la partecipazione dei giovani: chi non pensa che la politica riguardi anche sé stesso, non vi parteciperà. Ecco perché c’è ancora molto da fare per quanto riguarda l’informazione e la spiegazione.
A differenza degli argomenti a favore della partecipazione alle elezioni, non sembrano esserci motivazioni condivise dalla maggioranza che dissuadano dal recarsi alle urne. L’affermazione secondo cui nessun partito risponderebbe ai propri interessi personali è quella che raccoglie il maggior numero di assensi.
Rispetto al 2018, molti più intervistati sono dell’idea che i politici falliscano nel loro intento e non mettano realmente in atto la volontà della popolazione. La percentuale di favorevoli agli altri argomenti resta all’incirca invariata, ovvero al di sotto del 30%.
Basandosi sulla situazione di partenza, nella quale la partecipazione giovanile è piuttosto bassa, ci si è posti la domanda di quanto fosse percepito difficile il procedimento di elezione tra le scolare e gli scolari. Più della metà ha ammesso di non sapere bene come si vota (63%), mentre un terzo ha dovuto cercare informazioni a riguardo (30%) e altrettanti hanno chiesto aiuto (31%).
Pochi affermano di averci semplicemente provato (2%). Per il 36% delle scolare e degli scolari che avevano già la possibilità di partecipare alle elezioni 2019, la votazione in sé non ha rappresentato nessun problema.
Nonostante il minor interesse per le questioni politiche e il calo della ricerca attiva di informazioni negli ultimi anni (o forse proprio per questo), le scolare e gli scolari ritengono che l’educazione civica e alla cittadinanza diventi sempre più importante. Secondo il 71% degli intervistati, questa materia dovrebbe avere abbastanza o molta più importanza durante le lezioni. Nel 2014 questa cifra ammontava solamente al 66%.
In contrasto all’aumento dell’importanza dell’educazione civica e alla cittadinanza, gli insegnamenti tratti concretamente da questa materia vengono ritenuti più scarsi. In effetti, per la prima volta nel 2019 solo una (piccola) minoranza ritiene di aver imparato molto o abbastanza durante i corsi di educazione civica e alla cittadinanza.
Nonostante lo scorso anno lo sciopero per il clima abbia lasciato l’impronta nel nostro paese, la percezione soggettiva del proprio impegno politico nel 2019 non ha subito un grande cambiamento in confronto all’ultimo sondaggio. Come nel 2018, anche nel 2019 il 20% degli intervistati si dichiara abbastanza o molto impegnato a livello politico.
L’aumento dell’interesse politico nei confronti di singoli temi, come nel caso dello sciopero per il clima, non va dunque di pari passo con un aumento (della percezione) dell’impegno personale.
Quello che il cambiamento climatico è riuscito a fare era sembrato a lungo impensabile: il tema, infatti, è diventat un punto importante nella politica e sta costruendo l’identità di un’intera generazione. Anche altri argomenti coinvolgono i giovani, ma in misura nettamente inferiore. Nonostante il grande impatto del movimento per il clima e delle elezioni non si registra un chiaro aumento dell’impegno politico. Tuttavia, molti segnali evidenziano una crescita della motivazione nei confronti di avvenimenti concreti che vanno oltre alla questione climatica, come lo sciopero delle donne, la presidenza di Trump o le questioni relative all’UE.
Le scolare e gli scolari sono sempre meno informati sui temi politici, mentre aumenta invece l’importanza delle informazioni nel contesto che li riguarda direttamente. Cresce infatti l’utilizzo dei media “on demand” e si trascorre sempre più tempo su piattaforme come Instagram, che corrispondono direttamente alle preferenze dei singoli. A questa tendenza si aggiungono un livello relativamente alto di sfiducia nei confronti dei media e una ricerca sempre meno frequente di informazioni, che favoriscono l’allontanamento dai media tradizionali.
Le elezioni vengono considerate e apprezzate come elemento determinante per la politica svizzera. Agli occhi delle scolare e degli scolari intervistati, il voto è associato tuttavia ad alcune difficoltà, non tanto legate allo svolgimento in sé e alla procedura di voto, quanto piuttosto alla scelta di un partito o di una persona. Proprio quando si tratta delle difficoltà sulla procedura di voto, si osservano delle differenze tra i due sessi.
Con il passare del tempo, l’educazione civica e alla cittadinanza tende lentamente ad avere un’importanza sempre maggiore. Allo stesso tempo però, si dubita sempre più che la materia nelle scuole sia realmente efficace. In futuro, l’educazione civica e alla cittadinanza dovrebbe dunque essere concepita come esperienza pratica della politica e di reale dibattito, e meno come una semplice discussione sulla politica in modo passivo.
La base per l’estrazione delle 25 scuole invitate a partecipare al sondaggio è l’elenco ufficiale degli istituti di istruzione (livello secondario II) dell’Ufficio federale di statistica relativo all’anno scolastico 2018/2019. Per ottenere risultati quanto più significativi sono state definite alcune priorità a livello di regioni, nelle quali era necessario intervistare un numero minimo di scuole. Tutte le scuole sono state estratte casualmente secondo il Cantone e tra queste si trovano 11 scuole (scelte a caso) che avevano già partecipato nel 2018. I risultati dei 1 470 intervistati totali sono stati ponderati in cinque fasi per regione linguistica, tipo di scuola e sesso.
Committente: Progetto easyvote, Federazione Svizzera dei Parlamenti dei Giovani
Campione intervistato: giovani tra i 15 e i 25 anni residenti in Svizzera
Raccolta dei dati: online
Tipo di campionamento: a grappolo (selezione casuale delle scuole, selezione delle classi, sondaggio sottoposto a tutte le scolare e scolari delle classi interessate)
Stratificazione: secondo i Cantoni selezionati
Periodo del sondaggio: 24.10.–22.11.2019
Durata del sondaggio: 17 minuti e 49 secondi in media
Dimensioni del campione: Totale intervistati CH N = 1470, n DCH 990, n FCH 404, n ICH 76
Errore di campionamento: ± 2,4 punti percentuali al 50/50 e 95% di probabilità
Caratteristiche delle quote: Cantone e tipo di scuola
Procedura di ponderazione:
Popolazione residente permanente (dai 15 ai 25 anni) come base per una ponderazione suddivisa per età/sesso, ripartita per regione linguistica
Tipo di scuola ripartito per Cantone (passaggi 1 e 2 mediante ponderazione marginale in ciclo quadruplo)
Tipo di scuola dettagliato ripartito per Cantone (BE, ZH, VD)
Tipo di scuola ripartito per regione linguistica
Numero di scolare e scolari per cantone
Popolazione residente permanente (dai 15 ai 25 anni) come base per una ponderazione per età / sesso solo DCH
Tipo di scuola ripartito per regione linguistica