Indagine presso i giovani e le aziende su incarico della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI
Obiettivi e metodologia dello studio
L’obiettivo del barometro della transizione è rilevare le scelte formative compiute dai giovani al termine della scuola dell’obbligo e valutare la situazione relativa al mercato svizzero dei posti di tirocinio.
A tal fine, ogni anno viene svolto un sondaggio online in tre lingue articolato in due fasi (marzo/aprile e agosto) fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni (14-16 anni per il Ticino) e le aziende con almeno due dipendenti (archivio barometro della transizione).
Nel 2023, i campioni di entrambi i gruppi target sono stati ottimizzati: da allora, ad essere intervistati sono i giovani tra i 15 e i 17 anni e non più tra i 14 e i 16 anni, così da coinvolgere un numero maggiore di ragazze e ragazzi all’ultimo anno della scolarità obbligatoria.
Per quanto riguarda le aziende intervistate, dal 2023 si sa in anticipo quali aziende formano apprendisti e quali no. La percentuale di aziende che offrono formazione è stata deliberatamente aumentata nel campione.
I grafici che seguono riassumono i risultati principali della prima fase di rilevamento del 2024. Per i dettagli sulla metodologia rimandiamo alla scheda tecnica.
I valori assoluti indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.
Giovani
Tra marzo e aprile 2024, 94’303 giovani di età compresa tra i 14 e i 17 anni erano in procinto di compiere la propria scelta formativa.
Una volta terminata la scuola dell’obbligo, la maggior parte di loro intende iscriversi a una formazione professionale di base. Le scuole di maturità sono al secondo posto fra gli indirizzi maggiormente scelti. Quasi un terzo dei giovani sta prendendo in considerazione un anno intermedio o una formazione transitoria.
Il 61% dei giovani interessati a un posto di tirocinio ha già sottoscritto un contratto (28’781). Questo valore si attesta per la seconda volta consecutiva ai livelli pre-pandemici (2023: 62%, 2022: 56%, 2021: 52%, 2020: 56%, 2019: 61%). Un ulteriore 11% (5’377) dei giovani ha già ricevuto una conferma verbale per un posto di tirocinio. È importante evidenziare che queste cifre rappresentano solamente una parte della domanda di posti di tirocinio, ovvero quella di giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni (Ticino: 14-16 anni) che hanno concluso la scuola dell’obbligo.
26’532 giovani alla transizione I hanno superato gli esami di ammissione a scuole di maturità o a formazioni professionali di base di tipo scolastico oppure hanno accettato altre offerte (anno intermedio, offerte transitorie).
Complessivamente, il 64% dei giovani intervistati (60’690) ha già trovato una soluzione che inizia direttamente dopo le vacanze estive. Questo valore è di nuovo notevolmente superiore rispetto agli anni 2020-2022 (2024: 64%, 2023: 63%, 2022: 51%, 2021: 51%, 2020: 51%, 2019: 57%).
Aziende
Nel complesso, il 57% delle aziende che hanno partecipato al sondaggio offre posti di tirocinio. Si tratta di un valore nettamente superiore rispetto agli anni precedenti della serie di rilevamenti, dove il campione comprendeva circa un quarto di aziende formatrici. Dal 2023 è possibile definire la percentuale di aziende formatrici nel campione lordo del presente rilevamento, il che consente di raggiungere meglio queste ultime. Ciò spiega l’aumento del valore nell’anno in corso e in quello precedente (2024: 57%, 2023: 56%).
Il numero complessivo di posti di tirocinio offerti nel 2024 è stimato in circa 75’724 unità.
La maggior parte delle aziende che formano apprendisti offre lo stesso numero di posti di tirocinio dell’anno precedente (79%), mentre l ’11% offre più posti rispetto al 2023 e un altro 10% afferma di aver ridotto l’offerta. Questi valori si sono mantenuti perlopiù stabili.
Il 90% (68’261) dei posti di tirocinio offerti è costituito da formazioni professionali di base che portano al conseguimento di un attestato federale di capacità (AFC), mentre il 9% (6’494) è costituito da formazioni professionali di base con un certificato federale di formazione pratica (CFP). Per la quota residua (1%) i dati non hanno consentito un’attribuzione univoca.
Tra marzo e aprile 2024, il 66% (49’705) dei posti di tirocinio era già stato assegnato. Questo valore è leggermente aumentato rispetto agli anni precedenti (2023: 63%, 2022: 64%, 2021: 63%, 2020: 66%, 2019: 67%; 2018: 70%).
Interessi per la scelta formativa
Al termine dell’anno scolastico 2023/2024, la maggior parte dei giovani ha deciso di intraprendere una formazione professionale di base (54’307, 63%), con una netta preferenza per la formazione di tipo duale (47’275, 87%) rispetto alla formazione di tipo scolastico (7’032,13%).
Poiché al momento del sondaggio, nell’aprile 2024, il 36% dei giovani non aveva ancora una soluzione definitiva, nella domanda sulle preferenze sono state accettate più risposte. Questo spiega probabilmente il forte interesse per il percorso di formazione generale, al secondo posto con il 42% delle preferenze (35’816 giovani).
14’811 giovani pensano di iniziare un anno intermedio (17%), mentre 10’779 optano per un’eventuale formazione transitoria (13%). L’interesse per un anno intermedio nel 2024 è aumentato rispetto agli anni precedenti (2024: 17%, 2023: 12%, 2022: 10%, 2021: 9%, 2020: 11%, 2019: 10%, 2018: 10%).
La maggior parte degli uomini prende in considerazione una formazione professionale di base di tipo duale (62%), mentre sono molti meno a scegliere una scuola di maturità (37%). Fra le donne il rapporto è più equilibrato: il 47% preferisce le scuole di maturità, il 47% una formazione professionale di base di tipo duale. Le formazioni transitorie interessano in egual misura entrambi i sessi, mentre gli anni intermedi sono più spesso presi in considerazione dalle donne.
Rispetto ai coetanei svizzeri, i giovani con un background migratorio mostrano meno interesse per la formazione professionale di base duale, ma sono più interessati a tutti gli altri percorsi formativi.
Fra i giovani della Svizzera tedesca, la domanda di formazioni professionali di base è molto più elevata rispetto alla Svizzera italiana o alla Svizzera francese. Inversamente, nella Svizzera latina è più alto il numero di giovani che aspirano a un percorso formativo generale.
Giovani interessati alla formazione professionale
Dei 47’275 giovani che intendono iniziare una formazione professionale di base duale nell’estate 2024, 43’813 puntano a ottenere un AFC (93%), mentre 1’522 vorrebbero conseguire un CFP (3%). Retrospettivamente, dal confronto con i dati dell’Ufficio federale di statistica riferiti all’intero mercato dei posti di tirocinio (quindi non solo alla transizione I) è emerso che in quest’ultimo la quota delle formazioni professionali di base con CFP è più elevata (2022: 10%). Ciò potrebbe dipendere dal fatto che molti tirocini CFP vengono iniziati solo dopo l’interruzione di un AFC o di una formazione transitoria.
Nel grafico qui sotto sono elencate le dieci professioni più gettonate dai giovani nella primavera 2024. La formazione di impiegato di commercio rimane saldamente al primo posto, anche se non più del tutto al livello degli anni precedenti. Per la prima volta, nel 2024 il numero dei giovani interessati a una formazione professionale di base di tipo duale in questo settore è diminuito.
Rispetto all’anno precedente, la top ten delle formazioni più apprezzate risulta piuttosto stabile, dato che otto professioni di tirocinio figuravano già nella top ten del 2023. I cambiamenti interessano gli ultimi due posti in classifica: nel 2024 entrano di nuovo nella top ten le formazioni professionali di base come impiegato in logistica e meccanico di manutenzione per automobili, mentre ne escono le formazioni come assistente di farmacia e polimeccanico.
Per quanto riguarda le professioni più ambite, i gusti degli uomini e delle donne sono molto diversi, anche se il modello già noto si ripete: la formazione più gettonata tra i due sessi rimane quella di impiegato di commercio, seguita dalle professioni mediche e sociali per quanto riguarda le donne e dalle professioni tecniche nel caso degli uomini (vedi grafico sottostante).
Il 25% dei giovani che vorrebbero iniziare una formazione professionale di base (12’022) ha intenzione di conseguire la maturità professionale, percentuale che si è mantenuta relativamente stabile negli anni (2023: 25%, 2022: 25%, 2021: 29%, 2020: 28%, 2019: 24%, 2018: 27%).
Ad essere determinante per questa scelta è soprattutto la formazione pregressa: il 55% di coloro che frequentano una classe preliceale mira a conseguire un attestato di maturità professionale, mentre nelle scuole medie di avviamento pratico la percentuale si attesta al 19%. Inoltre, anche la regione linguistica ha un peso notevole, in quanto nella Svizzera latina sono molti di più i giovani che vogliono conseguire la maturità professionale rispetto alla Svizzera tedesca (DCH: 24%, FCH: 30%, ICH: 54%).
34’158 giovani (72%) hanno già un posto di tirocinio assicurato (in forma scritta o verbale). Questo valore è tornato ai livelli pre-pandemia (2024: 72%, 2023: 74%, 2022: 67%, 2021: 62%, 2020: 64%, 2019: 72%).
La quota varia di nuovo notevolmente a seconda della professione, come mostra il grafico sottostante.
I candidati che hanno fatto domanda come installatore elettricista, operatore sociosanitario o impiegato di commercio nella maggior parte dei casi hanno già ricevuto una conferma scritta. Si tratta di posti di tirocinio per i quali i giovani hanno ricevuto conferme in breve tempo anche negli anni precedenti.
Tuttavia, un numero superiore alla media di giovani che si sono candidati per un posto di tirocinio come impiegato in logistica, assistente di studio medico oppure operatore socio assistenziale non ha ancora ottenuto una risposta.
Il 30% dei giovani interessati a una formazione professionale di base come meccanico di manutenzione per automobili o informatico non si è ancora candidato.
I posti vicino casa rimangono molto ricercati. Una volta terminata la formazione professionale di base, a circa due terzi piacerebbe lavorare in un’azienda del proprio Comune (66%) o Cantone di domicilio (71%), mentre poco più della metà si vedrebbe bene a lavorare in una PMI della regione (54%). Al contrario, solo un terzo circa dei giovani vorrebbe lavorare all’estero in un’azienda attiva a livello internazionale (37%) e poco meno di un terzo in una PMI orientata all’esportazione (31%). Ma ai giovani piace anche l’idea di mettersi in proprio: la prospettiva di un lavoro autonomo interessa molti di loro (2024: 59%, 2023: 68%, 2022: 69%, 2021: 52%, 2020: 47%, 2019: 53%, 2018: 49%).
Circa la metà dei giovani che hanno optato per una formazione professionale di base di tipo scolastico (ad es. scuola media di commercio) non si è ancora iscritta al tipo di formazione scelta. Solo il 26% dei giovani di questo gruppo dichiara di essere già stato ammesso in una scuola (2023: 25%, 2022: 16%, 2021: 21%, 2020: 19%, 2019: 23%).
Il 94% dei ragazzi interessati a una formazione professionale di base è riuscito a partecipare a uno (17%) o più stage d’orientamento (76%). Questi valori sono molto simili a quelli degli anni precedenti (2023: 22% uno stage di orientamento / 72% più stage di orientamento, 2022: 20%/72% 2021: 21%/70%, 2020: 18%/74%, 2019: 18%/76%). Gli altri tipi di stage invece sono molto meno comuni (11% uno, 16% più stage).
Fra coloro che nell’aprile 2024 erano interessati a una formazione professionale di base, quasi la metà sa cos’è la formazione professionale superiore (2024: 48%, 2023: 50%). Il 57% dichiara di conoscere le scuole specializzate superiori o gli esami federali (2023: 56%). I giovani conoscono in misura diversa altre offerte formative di livello terziario: la maturità professionale (2024: 79%, 2023: 79%) e le scuole universitarie professionali (2024: 76%, 2023: 75%) sono le più note tra tutte le offerte di questo tipo, seguite da università, politecnici federali e alte scuole pedagogiche (2024: 55%, 2023: 57%).
Giovani interessati alle scuole di maturità e alle scuole specializzate
Dei 35’816 giovani che vorrebbero frequentare una scuola di maturità o una scuola specializzata, il 46% ha superato gli esami di ammissione o soddisfa i requisiti di ammissione e, pertanto, ha già un posto assicurato al termine della scuola dell’obbligo. Si tratta della stessa quota dell’anno precedente, per cui il valore si sta stabilizzando ai livelli pre-pandemia (2023: 46%, 2022: 36%, 2021: 40%, 2020: 36%, 2019: 45%).
Nel 2024, l’indirizzo più gettonato tra i giovani interessati a una formazione generale è economia, commercio e diritto (23%).
Al secondo posto troviamo biologia/chimica (16%) e al terzo il profilo lingue moderne (14%), seguito da fisica e applicazioni della matematica (13%). La ripartizione tra questi cinque indirizzi e la loro gerarchia si mantengono relativamente stabili negli anni.
Le donne sono molto più interessate alle opzioni lingue moderne, filosofia, pedagogia, psicologia e musica e arti visive, mentre gli uomini scelgono con maggiore frequenza indirizzi in fisica e applicazioni della matematica o in economia, commercio e diritto.
Giovani in formazioni o soluzioni transitorie
Attualmente il 13% dei giovani è interessato a una formazione transitoria (2024: 13%, 2023: 14%, 2022: 13%, 2021: 14%, 2019: 8%, 2018: 11%). L’impossibilità di trovare un posto di tirocinio rimane il motivo più indicato per la scelta di una formazione transitoria (2024: 36%, 2023: 34%, 2022: 27%, 2021: 28%, 2020: 35%, 2019: 32%). La seconda e la terza ragione sono la necessità di concludere una formazione transitoria per poter iniziare una formazione successiva (12%) e il desiderio di migliorare i propri voti o rinfrescare le conoscenze scolastiche (11%). Queste percentuali si sono mantenute stabili nel tempo.
Ciò nonostante, come negli ultimi anni, la maggior parte dei giovani non mostra un interesse concreto per le formazioni transitorie. Il 58% dei 14-16enni che vorrebbero iniziare una formazione di questo tipo infatti non ha ancora effettuato l’iscrizione (2023: 54%, 2022: 59%, 2021: 60%, 2020: 65%, 2019: 53%). Rimane stabile il numero di persone interessate a soluzioni transitorie già integrate in un’offerta di questo tipo (2024: 23%, 2023: 24%, 2022: 23%, 2021: 23%, 2020: 17%, 2019: 17%).
Nel 2024 la quota di giovani che dichiarano di volersi prendere un anno intermedio è la più alta mai registrata (2024: 17%, 2023: 12%, 2022: 10%, 2021: 9%, 2020: 11%, 2019: 10%, 2018: 10%). I motivi di questa scelta sono molto diversificati, come si evince dalla categoria «altro motivo» (22%).
Una quota consistente dichiara di non aver trovato un posto di tirocinio adeguato (16%) o di voler semplicemente prendere del tempo per sé (12%). Rispetto all’anno precedente, tuttavia, quest’ultima motivazione è indicata con minore frequenza (2023: 22%), mentre la mancanza di un posto di tirocinio viene menzionata più spesso (2023: 12%). Quasi la metà dei giovani interessati a una soluzione transitoria non indica il motivo di questa scelta (46%).
Oltre la metà dei giovani che optano per una soluzione transitoria ha già ricevuto una conferma definitiva per i piani che riguardano l’anno intermedio (2024: 59%, 2023: 56%, 2022: 47%, 2021: 49%, 2020: 52%, 2019: 51%).
Al termine dell’anno intermedio o della formazione transitoria, la maggioranza dei giovani si conferma intenzionata a iniziare una formazione professionale di base (47% nel primo caso, 53% nel secondo). Per quasi un ragazzo su cinque (rispettivamente 19% e 21%), anche il percorso formativo generale rappresenta un’opzione. Non pochi, però, sono ancora indecisi sul loro immediato futuro («non so»: rispettivamente il 24% e il 16%).
Offerta di posti di tirocinio
Anche nel 2024, dei 75’724 posti di tirocinio offerti la maggior parte fanno capo ai settori della sanità e assistenza sociale, del commercio, dell’agricoltura ed economia forestale, delle attività manifatturiere e dell’edilizia. I rami professionali con meno di 1’000 posti di tirocinio sono inseriti nella categoria «altri settori».
6’494 posti di tirocinio (9%) portano al conseguimento di un certificato federale di formazione pratica (CFP), 68’261 posti di tirocinio (90%) consentono di ottenere un attestato federale di capacità (AFC). La quota restante dei posti di tirocinio non è chiaramente attribuibile.
Di tutti i posti di tirocinio offerti nel 2024, il 79% è stato assegnato nella Svizzera tedesca, il 18% nella Svizzera francese e il 3% nella Svizzera italiana. Questa ripartizione tra le regioni linguistiche si dimostra estremamente stabile.
Nel complesso, l’offerta di posti di tirocinio da parte delle aziende si colloca a livelli analoghi a quelli dei due anni precedenti, ma inferiori a quelli del 2020 e del 2021 (2024: 75’724, 2023: 76’881, 2022: 76’749, 2021 87’786, 2020 87’496, 2019: 81’340). È probabile che i valori elevati del 2020 e 2021 siano riconducibili a una sovrastima dell’offerta, a causa della pandemia in corso in tali anni. Pertanto, le tendenze relative ai settori illustrate qui di seguito vanno interpretate con prudenza.
Nel 2024, una buona metà delle aziende che offrono posti di tirocinio propone anche la possibilità di conseguire la maturità professionale durante la formazione professionale di base (2024: 52%, 2023: 48%, 2022: 56%, 2021: 55%, 2020: 57%, 2018/2019: 44%).
Fra le aziende che offrono questa possibilità, anche nell’anno in esame sono particolarmente numerose quelle con più di 100 collaboratori (2-9 collaboratori: 46%, 10-100 collaboratori: 65%, 100+ collaboratori: 80%) e quelle attive nel settore secondario (industria e artigianato) o terziario (servizi) (settore primario: 34%, settore secondario: 58%, settore terziario: 53%).
Per informare gli interessati sui posti di tirocinio disponibili, le aziende utilizzano spesso il sito web della propria azienda o associazione (41%) o i contatti personali (38%). Anche LENA, orientamento.ch e il sito del Cantone svolgono un ruolo importante per pubblicizzare fra i giovani i posti di tirocinio vacanti (44%). Il 17% delle aziende cura contatti diretti con gli istituti scolastici.
Un altro 17% utilizza i social network in Internet e il 19% il portale della formazione professionale yousty.ch.
Per informare sui posti vacanti, soltanto il 14% delle aziende si avvale di eventi informativi sui tirocini e solamente il 3% di fiere e congressi. Le grandi aziende sono le più propense a presentarsi a tali eventi (2-9 collaboratori: 10%, 10-99 collaboratori: 23%, 100+ collaboratori: 48%).
Gli annunci sono un canale interessante solo per il 10% delle aziende formatrici, i manifesti solo per il 2%.
In Svizzera quasi tutte le aziende formatrici offrono stage d’orientamento. Soltanto il 4% delle imprese dichiara di non farlo. In media, nel 2024 ogni stage di orientamento è stato frequentato da quattro giovani. Questo valore varia notevolmente in base alle dimensioni dell’azienda stessa: quelle con 2-10 collaboratori hanno accolto nel 2024 una media di tre giovani per stage di orientamento, quelle con 10-99 occupati cinque e le aziende più grandi 37. Nel corso degli anni, la media dei partecipanti agli stage di orientamento svizzeri è rimasta più o meno costante (2024: 4, 2023: 4, 2022: 4, 2021: 4, 2020: 5, 2019: 5).
Posti assegnati
Tra marzo e aprile 2024 era già stato assegnato il 66% dei posti di tirocinio disponibili. Dopo il calo costante registrato negli anni precedenti, nel 2024 la quota di assegnazione in questo periodo dell’anno è nuovamente in aumento (2023: 63%, 2022: 64%, 2021: 63%, 2020: 66%, 2019: 67%; 2018: 70%).
La percentuale di posti di tirocinio già assegnati nella primavera del 2024 varia notevolmente da un settore all’altro. La quota è elevata nei settori servizi finanziari e assicurativi, informazione e comunicazione, agricoltura ed economia forestale e istruzione ed educazione, mentre nel settore alberghiero e della ristorazione, nell’edilizia e negli altri servizi economici nel periodo marzo/aprile 2024 si registrano ancora molti posti vacanti.
Si conferma dunque lo schema di assegnazione precoce dei posti di tirocinio nei servizi finanziari e assicurativi e di un’assegnazione un po’ più tardiva nell’edilizia e nel settore alberghiero e della ristorazione.
Nel settore alberghiero e della ristorazione i posti assegnati in primavera erano diminuiti costantemente negli anni della pandemia. Nel 2024, dopo la ripresa registrata lo scorso anno, si torna a questi livelli più bassi. Diversa è la situazione nell’edilizia, dove dopo il record negativo del 2023 la quota di posti assegnati precocemente è di nuovo in aumento.
Negli anni di pandemia 2020 e 2021 il numero di posti di tirocinio assegnati in primavera era sceso rispetto al periodo precedente. Da allora, però, i valori stanno però tornando a crescere nella stragrande maggioranza dei settori. Fanno eccezione i settori servizi finanziari e assicurativi, informazione e comunicazione, pubblica amministrazione, commercio nonché libere professioni, nei quali i posti di tirocinio assegnati sono rimasti stabili anche durante gli anni della pandemia.
Nel 2024 è degno di nota l’elevato livello di assegnazione registrato nei settori dell’istruzione ed educazione e del commercio. In entrambi, nella primavera 2024 il numero di posti di tirocinio già occupati è il più alto mai registrato nella serie di rilevamenti.
Per il 2024, le aziende hanno finora ricevuto in media otto candidature per ciascun posto di tirocinio, una cifra che si colloca in posizione mediana nella serie di rilevamenti (2024: 8, 2023: 7, 2022: 9, 2021: 10, 2020: 10, 2019: 8).
Variazione dell’offerta di posti di tirocinio
La maggior parte delle aziende intervistate (74%) dichiara di aver mantenuto costante l’offerta di posti di tirocinio rispetto all’anno precedente, valore in linea con quelli degli anni antecedenti (2023: 74%, 2022: 78%, 2021: 74%, 2020: 71%, 2019: 71%, 2018: 63%). Il 10% ha invece offerto un numero maggiore di posti, mentre il 9% ha ridotto la propria offerta.
La situazione nei diversi settori, rappresentata qui di seguito, si presenta piuttosto omogenea. Nel settore alberghiero e della ristorazione, nell’informazione e comunicazione e nella sanità e assistenza sociale circa un’impresa su otto dichiara di offrire nel 2024 più posti di tirocinio rispetto all’anno precedente, un dato leggermente superiore alla media delle aziende.
Nel 2024, il settore informazione e comunicazione si distingue però anche all’altra estremità della scala, in quanto circa un quarto delle imprese ha ridotto la propria offerta di formazioni professionali di base. Si tratta di un fenomeno tipico del settore e noto già da tempo: l’offerta di posti di tirocinio varia qui in modo relativamente marcato da un’azienda all’altra, ma l’effetto si neutralizza considerando il settore nel suo complesso.
Come negli anni precedenti, anche nel 2024 sono soprattutto le grandi aziende ad aumentare la propria offerta (2024: 26%, 2023: 30% 2022: 23%, 2021: 20%, 2020: 26%, 2019: 28% di posti in più presso le aziende con 100 o più collaboratori).
Sia per quanto riguarda i motivi che portano a un maggior numero di posti sia quelli che ne determinano una riduzione, viene quasi sempre argomentato che l’offerta di posti di tirocinio cambia semplicemente di anno in anno, senza una ragione particolare.
Come negli anni precedenti, tra i motivi che giustificano l’aumento dei posti di tirocinio, anche nel 2024 le aziende citano prima di tutto la volontà di garantire il ricambio generazionale. Nel 2024 questa preoccupazione è stata espressa con ancora più frequenza che negli anni precedenti, raggiungendo così un nuovo record (2024: 49%, 2023: 43%, 2022: 39%, 2021: 41%, 2020: 39%, 2019: 34%). Il timore di non poter garantire il ricambio generazionale è quindi determinante per circa la metà delle imprese che ampliano la propria offerta formativa. Anche la forte domanda è spesso indicata come ragione per un aumento dell’offerta di posti di tirocinio (2024: 20%, 2023: 19%, 2022: 11%, 2021: 16%, 2020: 14%, 2019: 17%). Il quarto motivo più citato per l’ampliamento dell’offerta (17%) è la situazione economica (2024: 17%. 2023: 13%, 2022: 13%, 2021: 13%, 2020: 9%, 2019: 11%, 2018: 17%).
Si dimezza, rispetto all’anno precedente, la quota di aziende che dichiarano di aumentare l’offerta di posti di tirocinio per compensare un maggior numero di contratti part-time (2024: 8%, 2023: 4%) o l’aumento dei pensionamenti (2024: 2%, 2023: 4%).
Fra le ragioni che hanno portato a ridurre i posti di tirocinio vengono spesso menzionate le ristrutturazioni aziendali (2024: 19%, 2023: 20%, 2022: 15%, 2021: 22%, 2020: 22%, 2019: 24%), o anche il problema di reperire candidati qualificati (2024: 19%, 2023: 20%, 2022: 20%, 2021: 15%, 2020: 14%, 2019: 25%). Nel 2024 diminuisce invece la quota delle aziende che citano come motivo la situazione economica (2024: 13%, 2023: 17%, 2022: 14%, 2021: 25%, 2020: 16%, 2019: 13%).
Come l’anno scorso, tra i motivi addotti per la riduzione dei posti di tirocinio figurano inoltre anche nel 2024 la mancanza di formatori professionali e la scarsa domanda.
Nota bene:
I valori indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.
Per quanto riguarda i giovani, le stime si basano sui ragazzi che hanno frequentato l’8a classe nell’anno precedente, secondo la statistica dell’UST sulle persone in formazione.
Per quanto riguarda le imprese, le stime si basano sui dati delle iscrizioni alla formazione professionale di base dell’anno precedente (UST). I dati relativi alle stime sono riportati nella versione integrale del rapporto di ricerca relativo al progetto.
Giovani:
Imprese:
Lukas Golder: Scienziato politico e scienziato dei media, co-direttore gfs.bern
Martina Mousson: scienziata politica, responsabile del progetto
Annick Doriot: scienziata politica, junior project manager
Alessandro Pagani: scienziato politico, assistente di ricerca
Roland Rey: Personale di progetto / Amministrazione
Consulenza esterna
Prof. Dr. Stefan C. Wolter, professore di economia della formazione presso l’Università di Berna