Barometro della transizione 2023

Risultati principali, marzo/aprile 2023

Indagine presso i giovani e le aziende su incarico della Segreteria di Stato per la formazione, la ricerca e l’innovazione SEFRI

Obiettivi e metodologia dello studio

L’obiettivo del barometro della transizione è rilevare le scelte formative compiute dai giovani al termine della scuola dell’obbligo e valutare la situazione relativa al mercato svizzero dei posti di tirocinio.

A tal fine, ogni anno viene svolto un sondaggio online in tre lingue articolato in due fasi (marzo/aprile e agosto) fra i giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni (14-16 anni per il Ticino) e le aziende con almeno due dipendenti (archivio barometro della transizione).

Nel 2023, i campioni di entrambi i gruppi target sono stati ottimizzati: ad essere intervistati sono ora giovani tra i 15 e i 17 anni e non più tra i 14 e i 16 anni, così da coinvolgere un numero maggiore di ragazze e ragazzi all’ultimo anno della scolarità obbligatoria.

 

Ora si sa fin dall’inizio quali aziende fanno formazione e quali no. La percentuale di aziende che offrono formazione è stata deliberatamente aumentata nel campione.

I grafici che seguono riassumono i risultati principali della prima fase di rilevamento, condotta nel 2023. Per i dettagli sulla metodologia rimandiamo alla scheda tecnica.

I valori indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.

L’essenziale in breve

Il 63% dei giovani alla transizione I ha già una soluzione definitiva.

Il 63% dei posti di tirocinio offerti è già occupato.

Giovani

Tra marzo e aprile 2023, 92’030 giovani di età compresa tra i 14 e i 17 anni erano in procinto di compiere la propria scelta formativa.

Una volta terminata la scuola dell’obbligo, la maggior parte di loro intende iscriversi a una formazione professionale di base. Le scuole di maturità sono al secondo posto fra gli indirizzi maggiormente scelti. Oltre un quarto dei giovani sta prendendo in considerazione un anno intermedio o una formazione transitoria.

Il 62% dei giovani interessati a un posto di tirocinio ha già sottoscritto un contratto (26’894). Si tratta di un valore superiore alla media degli anni precedenti che segna un ritorno a livelli pre-pandemici (2022: 56%, 2021: 52%, 2020: 56%, 2019: 61%). Un ulteriore 12% (5’372) dei giovani ha già ricevuto una conferma verbale per un posto di tirocinio. È importante evidenziare che queste cifre rappresentano solamente una parte della domanda di posti di tirocinio, ovvero quella di giovani di età compresa tra i 15 e i 17 anni (Ticino: 14-16 anni) che hanno concluso la scuola dell’obbligo.

25’612 giovani alla transizione I hanno superato gli esami di ammissione a scuole di maturità o a formazioni professionali di base di tipo scolastico oppure hanno accettato altre offerte (anno intermedio, offerte transitorie).

Complessivamente, il 63% dei giovani intervistati (57’878) ha già trovato una soluzione che inizia direttamente dopo le vacanze estive. Questo valore è nettamente superiore rispetto agli anni precedenti (2022: 51%, 2021: 51%, 2020: 51%, 2019: 57%).

Aziende

Nel complesso, il 56% delle imprese che hanno partecipato al sondaggio offre posti di tirocinio. Si tratta di un valore nettamente superiore rispetto agli anni precedenti della serie di rilevamenti, dove il campione comprendeva circa un quarto di aziende formatrici. Dal 2023 è possibile definire la percentuale di aziende formatrici nel campione lordo del presente rilevamento, il che consente di raggiungere meglio queste ultime. Ciò spiega l’aumento del valore per l’anno in corso.

Il numero complessivo di posti di tirocinio offerti nel 2023 è stimato in circa 76’881 unità.

La maggior parte delle aziende che formano apprendisti offre lo stesso numero di posti di tirocinio rispetto al 2022 (74%), mentre l’11% offre più posti e un altro 9% afferma di aver ridotto l’offerta. Questi valori si sono mantenuti perlopiù stabili.

L’86% (65’886) dei posti di tirocinio offerti è costituito da formazioni professionali di base che portano al conseguimento di un attestato federale di capacità (AFC), mentre il 7% (5’521) è costituito da formazioni professionali di base con un certificato federale di formazione pratica (CFP). I dati disponibili non consentono di attribuire in modo univoco il restante 7%.

Tra marzo e aprile 2023, il 63% dei posti di tirocinio (48’400) era già stato assegnato. Si tratta di un valore simile a quello dell’anno precedente (2022: 64%).

In evidenza: il ruolo dei genitori nella scelta formativa

Giovani

Anno dopo anno, il Barometro della transizione evidenzia il ruolo fondamentale dei genitori nella scelta formativa dei figli. L’88% dei giovani intervistati afferma di essere stato sostenuto dai genitori in questo processo. Per i giovani che si interrogano sulla scelta formativa al termine della scolarità obbligatoria, i genitori rappresentano quindi i principali interlocutori (51%) prima degli insegnanti.

Ben l’84% dei giovani attesta ai propri genitori un buon o ottimo livello di conoscenza del sistema scolastico svizzero. Nella Svizzera tedesca, i genitori vengono descritti come molto bene informati più spesso che nelle altre parti del Paese (molto bene: DCH 38%, FCH 20%, ICH 25%).  Rispetto ai giovani che attualmente frequentano una scuola di maturità o la scuola media, i giovani delle classi di avviamento pratico, a effettivo ridotto o delle scuole speciali descrivono più spesso come molto scarso il livello di conoscenza dei loro genitori (livello molto scarso: scuola di maturità 1%, scuola media con esigenze estese 1%, scuola media con esigenze di base 2%, classe a effettivo ridotto o simile 7%).

Un altrettanto elevato 81% ritiene da buono a ottimo il livello di conoscenza dei genitori del sistema di formazione professionale elvetico. Anche su questo punto, i giovani della Svizzera francofona e italofona esprimono un giudizio significativamente più critico rispetto ai giovani della Svizzera tedesca (conoscenze scarse o molto scarse: DCH 10%, FCH 18%, ICH 20%). Ancora più marcata è la differenza tra i giovani svizzeri e quelli di altre nazionalità (conoscenze scarse o molto scarse: svizzeri 10%, stranieri: 24%).

Riguardo al grado di conoscenza dei percorsi formativi successivi alla formazione professionale di base, il giudizio è altrettanto positivo, quantunque non ai livelli delle due domande precedenti: il 76% ritiene i genitori da bene a molto bene informati, il 17% da male a molto male. Le risposte confermano anche in questo caso lo schema delle regioni linguistiche, ma un’osservazione particolare risulta degna di nota: i genitori dei giovani che frequentano una scuola di maturità, una scuola privata o una classe a effettivo ridotto sono giudicati meno informati dei genitori degli alunni delle scuole medie (genitori molto male informati: scuola di maturità 23%, scuola media con esigenze estese 16%, scuola media con esigenze di base 14%, classe a effettivo ridotto o simile 23%).

La maggior parte dei giovani si considera libera nella scelta formativa rispetto alle aspettative dei genitori. Fra i genitori che esprimono un desiderio riguardo al futuro percorso formativo, la formazione professionale di base e il percorso formativo generale sono proposti con frequenza pressoché uguale. Rispetto ai ragazzi, i genitori delle ragazze auspicano con maggiore frequenza che la loro figlia intraprenda un percorso formativo generale (uomini: 15%, donne: 21%). Inoltre, i genitori della Svizzera tedesca desiderano più spesso che i loro figli seguano una formazione professionale di base di tipo duale rispetto a quelli delle altre regioni del Paese, dove si preferisce il percorso formativo generale (tirocinio / scuola di maturità: DCH 22%/13%, FCH 13%/27%, ICH 8%/29%).

La differenza più evidente si riscontra però tra i giovani con o senza cittadinanza svizzera: i giovani con un passato migratorio sono confrontati molto più spesso con i desideri dei genitori rispetto ai giovani svizzeri (nessun desiderio: svizzeri 56%, stranieri 34%). Nondimeno, i genitori di giovani sia con, sia senza un passato migratorio auspicano per i loro figli in egual misura una formazione professionale di base o un percorso formativo generale.

Esiste anche un nesso tra percorso formativo precedente e desideri dei genitori: più la formazione attuale è impegnativa, più è probabile che i genitori abbiano desideri riguardo all’indirizzo dei figli (scuola di maturità: 56%, scuola media con esigenze estese: 54%, scuola media con esigenze di base: 46%, classe a effettivo ridotto o simile: 41% dei genitori hanno dei desideri). I genitori di giovani che frequentano una formazione secondaria a indirizzo liceale auspicano maggiormente che i loro figli proseguano questo percorso formativo.

Tali desideri dei genitori sembrano tuttavia avere una rilevanza limitata: il 41% dei giovani afferma infatti che i desideri dei genitori non hanno avuto alcun peso nella scelta formativa, mentre un altro 29% considera il ruolo di tali desideri piuttosto limitato. Il restante 22% afferma che il desiderio dei genitori ha giocato un ruolo (piuttosto) importante, soprattutto fra i giovani francofoni e italofoni (piuttosto o molto importante: FCH 26%, ICH 29%, DCH 20%) e fra quelli con un passato migratorio (piuttosto o molto importante: svizzeri 19%, stranieri 36%).

Aziende

La maggior parte delle aziende intervistate ritiene i genitori dei propri apprendisti poco o per nulla coinvolti nella formazione dei figli. Solo un’azienda su tre in Svizzera considera i genitori piuttosto o molto coinvolti. La situazione è un po’ più incerta nella Svizzera di lingua italiana, dove molte aziende non forniscono informazioni al riguardo; tuttavia, laddove vengono fornite indicazioni i genitori coinvolti e quelli non coinvolti si equivalgono.

 

 

Vi sono inoltre differenze significative tra i settori economici: i genitori di apprendisti del settore agricolo sono considerati più coinvolti dei genitori di apprendisti del settore industriale o dei servizi (piuttosto o molto coinvolti: settore primario 44%, settore secondario 30%, settore terziario 31%).

Giovani alla transizione I

Interessi per la scelta formativa

La maggior parte dei giovani (51’547, 61%) ha deciso di intraprendere una formazione professionale di base al termine dell’anno scolastico 2022/2023, con una netta preferenza per la formazione di tipo duale (43’670, 85%) rispetto alla formazione di tipo scolastico (7’878, 15%).

Poiché al momento del primo sondaggio (aprile 2023) il 37% dei giovani non aveva ancora una soluzione definitiva, nella domanda sulle preferenze sono state accettate più risposte. Questo spiega probabilmente il forte interesse per le scuole di maturità, al secondo posto con il 43% delle preferenze (36’392 giovani).

10’001 giovani pensano di iniziare un anno intermedio (12%), mentre 11’814 optano per un’eventuale formazione transitoria (14%).

 

La maggior parte degli uomini prende in considerazione una formazione professionale di base (58%), mentre sono molti di meno a scegliere una scuola di maturità (38%). Fra le donne il rapporto è, invece, più equilibrato: il 46% preferisce le scuole di maturità, il 49% il tirocinio.

Per quanto riguarda la formazione professionale di base e le scuole di maturità, l’interesse degli svizzeri e degli stranieri è praticamente identico. Tuttavia, emerge che molti più stranieri prendono in considerazione una formazione transitoria o una formazione professionale di base di tipo scolastico.

Fra i giovani della Svizzera tedesca, la domanda di formazioni professionali di base è molto più elevata rispetto alla Svizzera italiana o alla Svizzera francese. Inversamente, nella Svizzera latina è più alto il numero di giovani che vogliono conseguire un attestato di maturità.

Giovani interessati alla formazione professionale di base

Dei 43’670 giovani che intendono iniziare un tirocinio nell’estate 2023, 40’718 puntano a ottenere un AFC (93%), mentre 1’640 vorrebbero conseguire un CFP (4%).

Nel grafico qui sotto sono elencate le dieci professioni più gettonate tra i giovani nella primavera 2023. La formazione di impiegato di commercio rimane saldamente al primo posto.

La top ten 2023 è piuttosto stabile e ripresenta, salvo un’unica eccezione, le formazioni più popolari già nell’anno precedente.

 

L’avvicendamento riguarda l’ultimo posto e vede il ritorno, fra i primi dieci favoriti del 2023, della formazione professionale di base come assistente di farmacia a scapito dell’apprendistato di cuoco.

Per quanto riguarda le professioni più ambite, i gusti degli uomini e delle donne sono molto diversi, anche se il modello già noto si ripete: la formazione più gettonata tra i due sessi rimane quella di impiegato di commercio, seguita dalle professioni mediche e sociali per quanto riguarda le donne e dalle professioni tecniche nel caso degli uomini (vedi grafico sottostante).

Il 25% dei giovani che vorrebbero iniziare una formazione professionale di base (11’117) ha intenzione di conseguire la maturità professionale, percentuale che si è mantenuta relativamente stabile negli anni (2022: 25%, 2021: 29%, 2020: 28%, 2019: 24%, 2018: 27%).

Ad essere determinante per questa scelta è soprattutto la formazione pregressa: il 51% di coloro che frequentano una classe preliceale mira a conseguire un attestato di maturità professionale, mentre nelle scuole medie di avviamento pratico la percentuale si attesta al 18%. Inoltre, anche la regione linguistica ha un peso notevole, in quanto nella Svizzera latina sono molti di più i giovani che vogliono conseguire la maturità professionale rispetto alla Svizzera tedesca (DCH: 23%, FCH: 33%, ICH: 42%).

Il 74% dei giovani (32’265) ha già un posto di tirocinio assicurato (verbalmente o con contratto). Questo valore si sta riassestando al livello pre-pandemia (2023: 74%, 2022: 67%, 2021: 62%, 2020: 64%, 2019: 72%).

La quota varia di nuovo notevolmente a seconda della professione, come mostra il grafico sottostante.

I candidati che hanno fatto domanda come installatore elettricista, polimeccanico, operatore sociosanitario o impiegato di commercio hanno già ricevuto una conferma scritta. Si tratta di posti di tirocinio per i quali i giovani hanno ricevuto conferme in breve tempo anche negli anni precedenti.

Tuttavia, un numero superiore alla media di giovani che si sono candidati per un posto di tirocinio come assistente dentario, parrucchiere, assistente di studio medico, mediamatico, informatico o operatore socioassistenziale non ha ancora ottenuto una risposta.

Inoltre, poco più della metà dei giovani interessati al tirocinio di elettronico non si è ancora candidato per un posto di questo tipo.

I posti vicino casa rimangono molto ricercati. A circa due terzi piacerebbe lavorare in un’azienda nel proprio Cantone o Comune di domicilio, mentre poco più della metà si vedrebbe bene a lavorare in una PMI della regione, una volta terminata la formazione professionale di base. Poco più di un terzo dei giovani vorrebbe lavorare all’estero in un’azienda internazionale e poco meno di un terzo in una PMI orientata all’esportazione. Anche il lavoro autonomo (in proprio) sta diventando sempre più interessante agli occhi dei giovani (68%) e occupa la prima posizione nella classifica dei lavori più gettonati insieme alle aziende del proprio Cantone. All’inizio della serie di rilevamenti del barometro della transizione, il lavoro autonomo occupava appena il settimo posto.

Poco meno della metà di coloro che hanno optato per una formazione professionale di base di tipo scolastico (ad es. scuola media di commercio) non si è ancora iscritta al tipo di formazione scelta. Nel 2023, per la prima volta nella serie di rilevamenti, questo valore non è cresciuto, ma è diminuito in modo significativo (2023: 47%, 2022: 63%, 2021: 58%, 2020: 57%, 2019: 51%). Solo il 25% dei giovani di questo gruppo afferma di essere già stato ammesso in una scuola (2022: 16%, 2021: 21%, 2020: 19%, 2019: 23%).

Il 94% dei ragazzi interessati a una formazione professionale di base è riuscito a partecipare a uno (22%) o più stage d’orientamento (72%). Questi valori sono molto simili a quelli degli anni precedenti (2022: 20% uno, 72% più stage d’orientamento; 2021: 21% uno, 70% più stage d’orientamento; 2020: 18% uno, 74% più stage d’orientamento; 2019: 18% uno, 76% più stage d’orientamento). Nel complesso, gli stage sono nettamente meno diffusi (11% uno, 16% più stage), ma chiaramente più frequenti nella Svizzera francese e in quella italiana rispetto alla Svizzera tedesca (DCH: 6% uno, 8% più stage; FCH: 29% uno, 44% più stage; ICH: 30% uno, 53% più stage).

Fra coloro che nell’aprile 2023 erano interessati a una formazione professionale di base, esattamente la metà sa cos’è la formazione professionale superiore. Il 56% dichiara di conoscere le scuole specializzate superiori o gli esami federali. I giovani interessati a una formazione professionale di base conoscono in misura diversa altre offerte formative di livello terziario: le scuole universitarie professionali sono le più conosciute tra le offerte di livello terziario (75%), seguite da università, politecnici federali e alte scuole pedagogiche (57%). Il 56% conosce le scuole specializzate superiori o gli esami federali.

Giovani interessati alla scuola di maturità

Il 46% dei 36’392 giovani che vorrebbero frequentare una scuola di maturità o una scuola specializzata ha superato gli esami di ammissione o soddisfa i requisiti di ammissione e, pertanto, ha già un posto assicurato al termine della scuola dell’obbligo. Si tratta di un valore superiore a quello dell’anno precedente e simile a quello registrato prima della pandemia (2022: 36%, 2021: 40%, 2020: 36%, 2019: 45%).

Due indirizzi hanno una popolarità pressoché identica: economia, commercio e diritto da un canto (18%), biologia e chimica dall’altro (19%).

 

Seguono i profili lingue moderne (15%), fisica e applicazioni della matematica (14%) e musica e arti visive (10%). La ripartizione tra questi cinque indirizzi si mantiene relativamente stabile negli anni.

Le donne sono molto più interessate alle opzioni lingue moderne, filosofia, pedagogia, psicologia e musica e arti visive, mentre gli uomini scelgono con maggiore frequenza indirizzi in fisica e applicazioni della matematica o in economia, commercio e diritto.

Giovani in formazioni o soluzioni transitorie

I giovani che hanno optato per una formazione transitoria hanno motivato la loro scelta per lo più con l’impossibilità di trovare un posto di tirocinio. Questa ragione è addotta con una frequenza leggermente superiore all’anno precedente (2023: 34%, 2022: 27%, 2021: 28%, 2020: 35%, 2019: 32%). La seconda e la terza ragione sono la necessità di concludere una formazione transitoria per poter iniziare una formazione successiva (13%) e il desiderio di migliorare le conoscenze linguistiche (12%) o i propri voti (8%). Queste percentuali si sono mantenute stabili nel tempo.

Quello che si nota per l’anno in corso e i due anni precedenti è un aumento generale dell’interesse per le formazioni transitorie rispetto ai primi due anni del rilevamento (2023: 14%, 2022: 13%, 2021: 14%, 2019: 8%, 2018: 11%). Ciò nonostante, la maggior parte dei giovani non mostra un interesse concreto per le formazioni transitorie. Infatti, il 54% dei 14-16enni che vorrebbero iniziare una formazione di questo tipo non ha ancora provveduto all’iscrizione (2022: 59%, 2021: 60%, 2020: 65%, 2019: 53%). Rimane stabile il numero di persone interessate a soluzioni transitorie già integrate in un’offerta di questo tipo (2023: 24%, 2022: 23%, 2021: 23%, 2020: 17%, 2019: 17%).

 

Chi opta per una soluzione transitoria al termine della scuola dell’obbligo lo fa per le ragioni più disparate, come si evince dalla categoria «altro motivo» (22%). Molti, ad esempio, non hanno trovato un posto di tirocinio adeguato (12%) o vogliono semplicemente prendere del tempo per sé (22%). Anche nelle risposte a questa domanda le percentuali si sono mantenute relativamente stabili rispetto agli anni precedenti.

Oltre un giovane su due ha già ricevuto una conferma definitiva per i piani che riguardano l’anno intermedio (2023: 56%, 2022: 47%, 2021: 49%, 2020: 52%, 2019: 51%).

Al termine dell’anno intermedio o della formazione transitoria, la maggioranza dei giovani si conferma intenzionata a iniziare una formazione professionale di base (47% nel primo caso, 56% nel secondo). Per quasi un ragazzo su otto (19%), anche il percorso formativo generale rappresenta un’opzione. Non pochi, però, sono ancora indecisi sul loro immediato futuro («non so»: rispettivamente il 24% e il 19%).

Offerta di posti di tirocinio da parte delle aziende

Offerta di posti di tirocinio

Anche nel 2023, dei 76’881 posti di tirocinio offerti la maggior parte fa capo ai settori della sanità e dell’assistenza sociale, del commercio nonché dell’edilizia. I rami professionali con meno di 1’000 posti di tirocinio sono inseriti nella categoria «altri settori».

5’521 posti di tirocinio (7%) portano al conseguimento di un certificato federale di formazione pratica (CFP), 65’886 posti di tirocinio (86%) consentono di ottenere un attestato federale di capacità (AFC). Il restante 7% non è chiaramente attribuibile.

Di tutti i posti di tirocinio offerti nel 2023, il 79% è stato assegnato nella Svizzera tedesca, il 18% nella Svizzera francese e il 3% nella Svizzera italiana.

 

Nel complesso, l’offerta di posti di tirocinio da parte delle aziende si colloca a livelli analoghi a quelli dell’anno precedente, ma inferiori a quelli del 2020 e del 2021 (2023: 76’881, 2022: 76’749, 2021 87’786, 2020 87’496, 2019: 81’340).

Queste oscillazioni non rappresentano una tendenza consolidata, ma sono dovute piuttosto a una sovrastima dell’offerta negli anni della pandemia (2020 e 2021).

Pertanto, le tendenze relative ai settori illustrate qui di seguito vanno interpretate con prudenza.

Nel 2023, quasi la metà delle aziende che offrono posti di tirocinio propone anche la possibilità di conseguire la maturità professionale durante la formazione. Si tratta di un valore inferiore rispetto al triennio precedente (2023: 48%, 2022: 56%, 2021: 55%, 2020: 57%, 2018/2019: 44%).

Fra le aziende che offrono questa possibilità, anche nell’anno in esame sono particolarmente numerose quelle con più di 100 collaboratori (2-9 collaboratori: 42%, 10-100 collaboratori: 61%, 100+ collaboratori: 79%) e quelle attive nei settori secondario e terziario (settore primario: 33%, settore secondario: 51%, settore terziario: 50%).

Per informare gli interessati sui posti di tirocinio disponibili, le aziende utilizzano spesso il sito web della propria azienda o associazione (42%) o i contatti personali (39%).

Anche LENA, orientamento.ch e il sito del Cantone svolgono un ruolo importante per pubblicizzare fra i giovani i posti di tirocinio vacanti (45%).

Il 19% delle aziende cura contatti diretti con gli istituti scolastici. Il 17% utilizza anche le reti sociali, Internet o il portale della formazione professionale yousty.ch.

Per informare sui posti vacanti, soltanto il 14% delle aziende si avvale di eventi informativi sui tirocini e solamente il 3% di fiere e congressi. Le grandi aziende sono le più propense a presentarsi a tali eventi (2-9 collaboratori: 10%, 10-99 collaboratori: 21%, 100+ collaboratori: 41%).

Gli annunci sono un canale interessante solo per l’11% delle aziende formatrici, i manifesti solo per il 2%.

Posti assegnati

Tra marzo e aprile 2023 era già stato assegnato il 63% dei posti di tirocinio disponibili, valore stabile negli ultimi tre anni, quantunque in leggera diminuzione (2022: 64%, 2021: 63%, 2020: 66%, 2019: 67%; 2018: 70%).

La percentuale di posti di tirocinio assegnati già nella primavera del 2023 varia notevolmente da un settore all’altro: se a marzo/aprile molti posti nei servizi finanziari e assicurativi, nell’agricoltura e nell’economia forestale e nella categoria «altri settori» erano già occupati, nel settore alberghiero e della ristorazione e nell’edilizia molti posti di tirocinio erano ancora vacanti.

Si conferma dunque lo schema di assegnazione precoce dei posti di tirocinio nei servizi finanziari e assicurativi e di un’assegnazione un po’ più tardiva nell’edilizia e nel settore alberghiero e della ristorazione.

 

Se negli anni della pandemia il settore alberghiero e della ristorazione aveva segnato una costante diminuzione dei posti assegnati in primavera, nel 2023 si registra un’inversione di tendenza con il ritorno ai livelli pre-pandemici.

La crisi del coronavirus ha avuto conseguenze nella maggior parte dei settori, con un numero di posti di tirocinio assegnati in primavera che nel periodo tra il 2020 e il 2021 ha segnato una flessione; i valori stanno però tornando a crescere nella stragrande maggioranza dei settori, o lo avevano già fatto nell’anno precedente. Fanno eccezione i settori servizi finanziari e assicurativi, informazione e comunicazione, pubblica amministrazione, commercio nonché libere professioni, nei quali i posti di tirocinio assegnati sono rimasti stabili anche durante gli anni della pandemia.

La situazione non è invece ancora migliorata nell’edilizia: in questo settore, il numero di posti di tirocinio assegnati nel 2023 è il più basso da quando è iniziato il rilevamento.

Per il 2023, le aziende hanno finora ricevuto in media sette candidature di persone interessate a un posto di tirocinio.

Se osservato nel tempo, si tratta di un valore relativamente basso (2023: 7, 2022: 9, 2021: 10, 2020: 10, 2019: 8).

Variazione dell’offerta di posti di tirocinio

La maggior parte delle aziende intervistate (74%) dichiara di aver mantenuto costante l’offerta di posti di tirocinio rispetto all’anno precedente, valore in linea con quelli degli anni antecedenti (2022: 78%, 2021: 74%, 2020: 71%, 2019: 71%, 2018: 63%). L’11% ha invece offerto un numero maggiore di posti, mentre l’8% ha ridotto la propria offerta.

La situazione nei diversi settori, rappresentata qui di seguito, si presenta piuttosto omogenea. Degni di nota sono però il settore «istruzione ed educazione» e la categoria «altri settori», nei quali nel 2023 oltre un’azienda su cinque dichiara di offrire più posti di tirocinio rispetto all’anno precedente.

 

D’altro canto, più di un’azienda su cinque dei settori «informazione e comunicazione» e «servizi finanziari e assicurativi» dichiara di offrire nel 2023 un numero inferiore di posti di tirocinio rispetto all’anno precedente.

Come negli anni precedenti, anche nel 2023 sono soprattutto le grandi aziende a incrementare la propria offerta (2023: 30% 2022: 23%, 2021: 20%, 2020: 26%, 2019: 28% di posti in più presso le aziende con 100 o più collaboratori).

Sia per quanto riguarda i motivi che portano a un maggior numero di posti sia quelli che ne determinano una riduzione, viene quasi sempre argomentato che l’offerta di posti di tirocinio cambia semplicemente di anno in anno, senza una ragione particolare.

Come negli anni precedenti, tra i motivi che giustificano l’aumento dei posti di tirocinio le aziende citano la volontà di garantire il ricambio generazionale. Anche nel 2023, questa preoccupazione è stata espressa con maggiore frequenza rispetto all’anno precedente, raggiungendo un nuovo livello massimo (2023: 43%, 2022: 39%, 2021: 41%, 2020: 39%, 2019: 34%). Anche la forte domanda è viepiù indicata come ragione per un aumento dell’offerta di posti di tirocinio (2023: 19%, 2022: 11%, 2021: 16%, 2020: 14%, 2019: 17%). L’8% delle aziende dichiara di offrire più posti di tirocinio per compensare l’aumento dei pensionamenti, il 10% a causa dell’aumento del lavoro a tempo parziale.

Fra le ragioni che hanno portato a ridurre i posti di tirocinio vengono spesso menzionate le ristrutturazioni aziendali (2023: 20%, 2022: 15%, 2021: 22%, 2020: 22%, 2019: 24%) e il problema per le aziende di reperire candidati qualificati (2023: 20%, 2022: 20%, 2021: 15%, 2020: 14%, 2019: 25%). Quest’ultimo motivo è stato più citato rispetto agli anni precedenti. Anche la situazione economica ha un ruolo determinante per una parte di nuovo crescente delle aziende (2023: 17%, 2022: 14%, 2021: 25%, 2020: 16%, 2019: 13%).

La mancanza di formatori e la scarsa domanda sono altre ragioni citate più spesso nel 2023 rispetto al passato per motivare un’offerta di posti di tirocinio inferiore all’anno precedente.

Scheda tecnica

Nota bene:

I valori indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.

Per quanto riguarda i giovani, le stime si basano sui ragazzi che hanno frequentato l’8a classe nell’anno precedente, secondo la statistica dell’UST sulle persone in formazione.

Per quanto riguarda le imprese, le stime si basano sui dati delle iscrizioni alla formazione professionale di base dell’anno precedente (UST). I dati relativi alle stime sono riportati nella versione integrale del rapporto di ricerca relativo al progetto.

Giovani:

  • Gruppo target: 14-17 anni (14-16 anni in Ticino dal 2023, 15-17 anni nel resto della Svizzera. In precedenza 14-16 anni in tutta la Svizzera).
  • Fonti degli indirizzi: base di campionamento (Ufficio federale di statistica)
  • Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online)
  • Periodo del sondaggio: 24.02. – 17.04.2023
  • Totale degli intervistati: N = 10’983
  • Totale dei partecipanti: N = 7’337 (prima della transizione: N = 2’976)
  • Margine di errore: ± 1.1% (± 1.8) in caso di 50/50 e 95% di probabilità
  • Risorse impiegate: 67%
  • Ponderazione: primo livello: numero di giovani per cantone;  secondo livello: età e sesso correlati per Cantone

Imprese:

  • Gruppo target: aziende con almeno 2 collaboratori
  • Fonti degli indirizzi: registro delle imprese (Ufficio federale di statistica)
  • Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online/cartaceo)
  • Periodo del sondaggio: 27.02. – 24.04.2023
  • Totale degli intervistati: N = 7’696 (di cui 3.364 aziende formatrici)
  • Totale dei partecipanti: N = 5’219 (di cui 3’317 aziende formatrici)
  • Margine di errore: ± 1.4% in caso di 50/50 e 95% di probabilità
  • Risorse impiegate: 68%
  • Ponderazione: regione linguistica, grandezza dell’azienda, ripartizione NOGA

Team di progetto gfs.bern

Lukas Golder: Scienziato politico e scienziato dei media, co-direttore gfs.bern

Martina Mousson: scienziata politica, responsabile del progetto

Annick Doriot: scienziata politica, junior project manager

Thomas Burgunder: matematico, assistente di ricerca

Alessandro Pagani: scienziato politico, assistente di ricerca

Roland Rey: Personale di progetto / Amministrazione

 

Consulenza esterna

Prof. Dr. Stefan C. Wolter, professore di economia della formazione presso l’Università di Berna