Barometro della transizione 2021

Risultati principali, agosto 2021

Indagine presso i giovani e le aziende su incarico della Segretaria di Stato per la formazione, la ricerca e l'innovazione SEFRI

Obiettivi e metodologia dello studio

L’obiettivo del barometro della transizione è rilevare le scelte formative compiute dai giovani al termine della scuola dell’obbligo e valutare la situazione relativa al mercato svizzero dei posti di tirocinio. A tal fine ogni anno viene svolto un sondaggio online in tre lingue tra i giovani di età compresa tra i 14 e i 16 anni e le aziende con almeno 2 collaboratori articolato in due fasi (aprile e agosto).

La presente sintesi riflette i risultati principali della seconda fase di rilevamento di quest’anno (agosto 2021). I valori assoluti indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei

 

 

campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.

I risultati del rilevamento di aprile possono essere consultati qui: Cockpit April 2021.

I risultati della seconda tornata del 2021 si basano su un sondaggio rappresentativo condotto presso 1’637 giovani e 3’311 aziende in tutta la Svizzera. Per i dettagli sulla metodologia rimandiamo alla scheda tecnica.

La versione integrale del rapporto di ricerca sarà pubblicata all’inizio di dicembre 2021.

L'essenziale in breve

Giovani

Degli 86’964 giovani che hanno terminato la scuola dell’obbligo nell’estate 2021, il 48 per cento ha iniziato una formazione professionale di base mentre il 40 per cento ha scelto una formazione generale. Il 12 per cento ha dovuto ripiegare su una soluzione transitoria: nel 9 per cento dei casi si è trattato di formazioni transitorie mentre il 3 per cento ha deciso di prendersi un anno intermedio. È importante sottolineare che questi numeri rappresentano solo una parte della domanda di posti di tirocinio, ovvero quella dei ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni che hanno concluso la scuola dell’obbligo.

Dal 2018 si è registrata una tendenza negativa per la formazione professionale di base e positiva per la formazione generale, mentre le offerte transitorie e gli anni intermedi si sono mantenuti stabili. Nel 2021 per la prima volta la formazione professionale di base è tornata a crescere mentre è calato il numero di giovani che hanno optato per un anno intermedio o per un’offerta transitoria.

La crisi del coronavirus ha influito sulla situazione dei giovani alla transizione I, tanto che secondo un terzo di loro la crisi ha complicato la scelta della professione da intraprendere. Rispetto all’anno scorso la percentuale è aumentata di 15 punti percentuali.

Aziende

Il 23 per cento delle aziende interpellate forma apprendisti. Il 91 per cento dei posti di tirocinio assegnati nel 2021 sono corsi che portano al conseguimento di un attestato federale di capacità (AFC), mentre il restante 9 per cento sono corsi che consentono di ottenere un certificato federale di formazione pratica (CFP).

Rispetto al 2020, la maggior parte delle aziende che formano apprendisti e hanno partecipato al sondaggio (23%) ha mantenuto costante la propria offerta di posti di tirocinio (71%). L’11 per cento delle aziende offre più posti rispetto all’anno precedente e l’8 per cento ne offre di meno.

L’88 per cento dei posti di tirocinio disponibili nel 2021 è stato occupato (cfr. anche il monitoraggio della Task force Prospettive tirocinio). Appare quindi evidente che i problemi dovuti al coronavirus non hanno inciso in maniera significativa sulla situazione dei posti di tirocinio, nemmeno per quanto riguarda le aziende che formano apprendisti. Anche se il 40 per cento di esse (-5 punti percentuali) afferma di aver fatto ricorso al lavoro ridotto si è trattato di una soluzione dovuta agli effetti diretti della pandemia.

Situazione sul mercato svizzero dei posti di tirocinio

Entro agosto 2021 l’88 per cento dei posti di tirocinio disponibili è stato occupato. Questo dato è in linea con quelli degli anni precedenti e dimostra che, nonostante il perdurare della pandemia, non si riscontrano problemi particolari nell’assegnazione dei posti di tirocinio.

La situazione sul mercato svizzero dei posti di tirocinio non può essere valutata in maniera esaustiva perché il barometro della transizione non tiene conto dei candidati di età superiore ai 16 anni, entrati nel mercato più tardi rispetto ai giovani intervistati in questo contesto. Infatti, solo il 38 per cento del totale dei posti disponibili è stato occupato da ragazzi di età compresa tra i 14 e i 16 anni che nell’estate 2021 hanno portato a termine la scuola dell’obbligo.

Scelte formative dei giovani alla transizione I

Soddisfazione generale dei giovani alla transizione I

Nonostante il perdurare della pandemia, nel 2021 i giovani alla transizione I mantengono un atteggiamento positivo. Su una scala da 1 a 10 in media la soddisfazione per il percorso formativo intrapreso è pari a 7.6 mentre quella rispetto alla propria vita a 7.4. In confronto all’anno scorso questi valori sono leggermente più bassi, ma per quanto riguarda il proprio futuro i giovani intervistati dimostrano un maggiore ottimismo. La valutazione sul futuro della società nel suo insieme rimane prudente ma stabile (2020: 25%, 2021: il 24% si dichiara fiducioso).

In linea di massima, anche la soddisfazione nei confronti del percorso formativo intrapreso rimane elevata. Nel 2021 la stragrande maggioranza ha scelto liberamente (94%) una formazione che corrisponde alle proprie capacità e ai propri interessi (91%), mentre la maggior parte dei giovani intervistati non vede l’ora di iniziare la formazione (92%), descritta come la

 

soluzione desiderata o sognata (84%).

Nell’estate del 2021 l’82 per cento dei giovani ha iniziato la formazione che aveva indicato come preferita nel sondaggio di aprile. Dopo un picco raggiunto nel 2019, questa percentuale ha segnato un lieve ribasso (2018: 81%, 2019: 86%, 2020: 84%, 2021: 82%), probabilmente dovuto alla pandemia. Infatti, il 34 per cento dei giovani, cifra molto più alta rispetto al 2020 (+15 punti percentuali), dichiara che la crisi sanitaria ha reso più difficile la scelta della formazione. Tuttavia, l’85 per cento afferma invece di aver ricevuto un supporto adeguato, nonostante il coronavirus e le limitazioni che ne sono conseguite.

Pertanto, nemmeno quest’anno si può parlare di crisi della transizione I, anche se le circostanze hanno certamente reso più difficile la scelta formativa.

 

Scelta formativa dopo la scuola dell'obbligo

Per la prima volta nel 2021 il numero di giovani che iniziano una formazione professionale di base ha ripreso a crescere, soprattutto tra le donne, interrompendo così la tendenza a spostarsi dalla formazione professionale verso quella generale, iniziata nel 2018.

La formazione professionale di base, sotto forma di tirocinio (37’593/43%) o di percorso scolastico (4’117/5%), rimane la scelta più gettonata al termine della scuola dell’obbligo, soprattutto tra gli uomini (57%, donne: 38%). Le donne invece sono più numerose nella formazione generale (49%, uomini: 31%).

Rispetto agli anni precedenti, nel 2021 il numero di giovani che dopo la scuola dell’obbligo hanno scelto una formazione transitoria si è mantenuto pressoché stabile (7’766/9%) con una proporzione equilibrata tra i sessi (uomini: 9%, donne: 8%). Il 3 per cento invece (valore stabile) ha optato per un anno

 

intermedio, in maggioranza donne (4%, uomini: 2%).

È importante notare che anche nel 2020, secondo anno di crisi pandemica, l’81 per cento dei giovani ha potuto intraprendere la formazione che desiderava (prima scelta). L’8 per cento ha invece dovuto ripiegare sulla seconda scelta e dal 2018 a oggi è stabile all’11 per cento la quota di giovani che segue una formazione che non rappresenta né la prima né la seconda scelta.

In questo ultimo gruppo nel 2020 si è riscontrato un effetto della crisi del coronavirus perché coloro che non hanno potuto iniziare la formazione desiderata hanno dichiarato molto più spesso che non stavano studiando né lavorando. Tuttavia, nel 2021 la situazione è notevolmente migliorata in quanto (quasi) nessun giovane ha fatto dichiarazioni simili (2018: 0%, 2019: 1%, 2020: 11%, 2021: 0%).

Formazione professionale di base

La categoria «formazione professionale di base» (41’711) raggruppa i giovani che iniziano un tirocinio (37’593/90%) e quelli che iniziano una formazione professionale di base di tipo scolastico (4’117/10%). Questi ultimi rappresentano una netta minoranza e la proporzione rimane stabile nel tempo.

La maggior parte dei giovani intraprende un tirocinio di tre o quattro anni (55% risp. 40%) che termina con il conseguimento dell’attestato federale di capacità (AFC). Le formazioni con certificato federale di formazione pratica (CFP) si attestano al 5% e, pur registrando per la prima volta un aumento, rimangono un’eccezione (2018: 3%, 2019: 2%, 2020: 2%).

 

Nel 2021 il 31 per cento dei nuovi apprendisti intendeva conseguire la maturità professionale parallelamente al tirocinio, una percentuale elevata e molto simile a quella dell’anno precedente (2018: 21%, 2019: 20%, 2020: 30%, 2021: 31%).

Chi sceglie questo percorso lo fa soprattutto per avere migliori opportunità di carriera, mentre chi prende la decisione opposta dichiara di non volersi stressare troppo.

Le 10 formazioni più gettonate nel 2021 sono le seguenti:

Tra le persone che hanno appena iniziato un tirocinio gli uomini (22’634/60%) sono più numerosi delle donne (14’959/40%), una ripartizione che rispecchia quella precedente alla crisi del coronavirus. Nel 2021 la forbice sembra tornare a ridursi (2018/2019/2020: 59%/58%/63% uomini e 41%/42%/37% donne).

Anche nel 2021 si confermano profonde differenze per quanto

riguarda le professioni preferite dagli uni e dalle altre. Solo due formazioni professionali compaiono nella top ten di entrambi i sessi, ovvero l’apprendistato di commercio e quello per assistente di farmacia.

Per il resto, le donne scelgono soprattutto professioni del settore sociosanitario, mentre gli uomini si orientano prevalentemente verso professioni tecniche e artigianali.

Le 10 professioni più scelte dalle donne

Impiegata di commercio AFC
Operatrice sociosanitaria AFC
Mediamatica AFC
Assistente di studio medico AFC
Assistente di farmacia AFC
Impiegata del commercio al dettaglio AFC
Operatrice socioassistenziale AFC
Guardiana di animali AFC
Ottica AFC
Droghiera AFC

Le 10 professioni più scelte dagli uomini

Informatico AFC
Impiegato di commercio AFC
Cuoco AFC
Installatore elettricista AFC
Metalcostruttore AFC
Assistente di farmacia AFC
Disegnatore AFC
Operatore in automazione AFC
Polimeccanico AFC
Carpentiere AFC

In media nel 2021 i nuovi apprendisti hanno presentato 9.4 candidature, un numero superiore a quello del 2020 ma inferiore a quelli registrati prima della pandemia (2018: 8.2, 2019: 10.3, 2020: 7.1). Tuttavia, tale valore varia considerevolmente all’interno dei sottogruppi. Ad esempio, nel 2021 gli stranieri hanno presentato in media 15 candidature mentre gli svizzeri solo 8.5. Non si è però registrato un aumento delle conferme ricevute dai candidati (2018: 2.0, 2019: 2.1, 2020: 1.9, 2021: 1.9) quanto piuttosto delle risposte in sospeso (2018: 0.8, 2019: 2.0, 2020: 1.0, 2021: 2.0), e delle risposte negative (2018: 5.4, 2019: 6.2, 2020: 4.2, 2021: 5.5).

La cosa che stupisce è che il processo di candidatura è diventato sempre più rapido e a breve termine: rispetto agli anni precedenti molti più giovani affermano di aver iniziato a inviare le candidature solo tre mesi prima, cioè nella primavera

2021 (2018: 4%, 2019: 6%, 2020: 8%, 2021: 22%). Il 37 per cento dichiara che la pandemia ha influito sul processo di candidatura, una percentuale molto più alta rispetto all’anno precedente (2020: 18%, 2021: 37%). In particolare, la maggioranza indica tra le cause l’impossibilità di svolgere gli stage d’orientamento o di svolgere tutti quelli previsti (44%), l’assenza di risposte alle candidature (13%), il fatto di essersi candidati per offerte formative poi ritirate (11%) o la difficoltà di contattare i responsabili delle aziende (11%).

I casi di scioglimento del contratto di tirocinio sono rimasti un’eccezione e hanno riguardato solo il 3 per cento dei giovani che durante il sondaggio di aprile aveva preso in considerazione l’idea di iniziare un tirocinio. Il 23 per cento di loro afferma tuttavia che lo scioglimento è stato dovuto alla crisi del coronavirus (2020: 38%).

Scuole medie superiori

Complessivamente, dopo le vacanze estive 34’723 giovani (40%) hanno iniziato una scuola media superiore. Il 78 per cento di loro (27’187) frequenta un liceo o una scuola cantonale mentre il 22 per cento (7’536) si è iscritto a una scuola specializzata. Rispetto all’anno precedente, la ripartizione si mantiene stabile. Anche nel 2021 la percentuale di donne (20’906/60%) che hanno iniziato una scuola media superiore supera quella maschile (13’817/40%). Si tratta di una proporzione ormai consueta e abbastanza stabile nel tempo.

La maggioranza degli iscritti alle scuole di maturità (77%) ha trovato nell’offerta della scuola l’indirizzo che cercava. Gli indirizzi più scelti dai ragazzi iscritti al liceo e alle scuole specializzate sono illustrati qui di seguito. Nel 2021 l’indirizzo liceale più scelto è stato «economia e diritto», circostanza che

 

ribalta di netto il trend negativo registrato negli anni precedenti. Hanno invece riscosso un minore successo gli indirizzi «lingue moderne» nonché «fisica e matematica applicata».

Nelle scuole specializzate non si registra nessuna tendenza particolare riguardo alla scelta degli indirizzi. Nel 2021 il più gettonato diventa «pedagogia», che fa scivolare al secondo posto «sanità e assistenza sociale». Il 20 per cento dei giovani dichiara di non aver ancora scelto l’indirizzo.

Oltre all’interesse personale, prima di scegliere un indirizzo i giovani si chiedono se avranno una preparazione adeguata per gli studi universitari. Anche il rendimento scolastico (punti forti e deboli) incide in maniera decisiva.

Formazioni transitorie

Nel 2021 7’766 giovani (9%, valore stabile rispetto al 2019) hanno scelto una formazione transitoria al termine della scuola dell’obbligo. Quasi la metà di loro si è avvalsa di un’offerta di carattere puramente scolastico (2018: 33%, 2019: 41%, 2020: 48%, 2021: 49%).

Inoltre, il 21 per cento dichiara che la decisione di iscriversi a un’offerta transitoria è stata dovuta alla crisi del coronavirus, valore simile a quello registrato nel 2020 (18%).

La ragione più frequente per cui ci si orienta verso una formazione transitoria è perché non è stato possibile trovare un posto di tirocinio (28%) anche se,

 

rispetto agli anni precedenti, questa ragione è stata menzionata meno spesso (2018: 60%, 2019: 43%, 2020: 37%). Circa un quinto dei giovani iscritti a una formazione transitoria spera di migliorare le proprie note o di recuperare alcune materie.

Si conferma la tendenza per la maggior parte dei giovani che frequenta una formazione transitoria a voler iniziare un tirocinio dopo tale formazione, anche se il loro numero risulta in calo rispetto agli anni precedenti. Nel 2021 infatti aumentano coloro che dopo la formazione transitoria desiderano iscriversi a una scuola di maturità o a una scuola specializzata.

Anno intermedio

La scelta di un anno intermedio dopo la scuola dell’obbligo rimane un’eccezione. Attualmente i ragazzi che optano per questo percorso sono 2’589 (3%). Anche in questo caso la percentuale femminile (1’717/66%) è molto superiore a quella maschile (872/34%).

Per circa un quarto dei giovani la decisione di iniziare un anno intermedio è stata dovuta alla crisi del coronavirus.

Le motivazioni per scegliere una soluzione transitoria sono diverse quanto le soluzioni transitorie stesse, come si evince

 

dalla categoria «altro motivo». Le risposte più frequenti sono l’impossibilità di trovare un posto di tirocinio o l’intenzione di migliorare le proprie note per trovare il tirocinio più adatto. Rispetto all’anno precedente queste due motivazioni vengono menzionate più spesso.

Al termine dell’anno intermedio la maggioranza dei giovani (48%) intende iniziare un tirocinio, mentre il 19 per cento non sa ancora esattamente cosa farà e il 16% intende iscriversi a una scuola di maturità.

Situazione dei posti di tirocinio nelle imprese

Offerta e assegnazione dei posti di tirocinio

Il 23 per cento delle imprese che hanno partecipato al sondaggio offre posti di tirocinio.

Ad agosto 2021 l’88 per cento di questi posti era stato assegnato. Anche quest’anno dunque non si individuano particolari difficoltà nell’assegnazione dei posti di tirocinio: il numero di posti occupati è infatti simile a quello registrato nello stesso periodo degli anni scorsi (2018: 86%, 2019: 88%, 2020: 90%).

Sul totale dei posti di tirocinio offerti, il 10 per cento sono CFP mentre il 90 per cento AFC, una proporzione che si mantiene relativamente stabile nel tempo (2018: 7%/93%, 2019: 9%/91%, 2020: 8%/92%).

Il grafico sottostante illustra la situazione dei posti di tirocinio all’interno di diversi settori. Oltre la metà dell’offerta di posti di tirocinio si concentra in tre settori: commercio, sanità e

 

 

assistenza sociale, attività manifatturiere. Dal 2018 nei primi due settori (commercio, sanità e assistenza sociale) l’offerta di posti di tirocinio è in continua crescita, così come nella pubblica amministrazione e nei servizi finanziari e assicurativi, seppur con numeri molto più bassi.

Al contrario, nelle attività manifatturiere l’andamento dell’offerta non è costante ed è caratterizzato da oscillazioni che si susseguono negli anni e riguardano anche altri settori. Le oscillazioni rispetto all’anno precedente sono ascrivibili a errori di campionamento e non sono rilevanti a fini statistici.

Nell’edilizia, quarto settore per numero di apprendisti formati, per la prima volta nel 2021 non si registra un calo dell’offerta, calo che perdura invece nei trasporti e nella categoria «altri settori». Mentre all’inizio della serie di rilevamenti questi due settori si collocavano nella parte alta della classifica, nel 2021 sono quelli che offrono meno posti di tirocinio.

Nel 2021 le maggiori difficoltà nell’assegnazione dei posti di tirocinio si riscontrano nell’edilizia e nel settore agricoltura ed economia forestale, dove ad agosto circa un posto su quattro è rimasto vacante. Nei trasporti la proporzione sfiora un posto su cinque.

Rispetto all’anno precedente, nel 2021 saltano subito all’occhio l’agricoltura e l’economia forestale, il settore alberghiero e della ristorazione e l’edilizia, settori nei quali la percentuale di posti di tirocinio vacanti è fortemente aumentata. Rispetto al 2021 i posti vacanti sono diminuiti soltanto nella categoria «altri settori» e in quella delle libere professioni.

Motivi e soluzioni per i posti di tirocinio rimasti vacanti

Le ragioni più frequenti per le quali anche nel 2021 i posti di tirocinio sono rimasti vacanti sono lo scarso livello di qualificazione dei candidati e la mancanza di candidature.

Inoltre, tra i motivi che hanno contribuito a lasciare posti vacanti il 6 per cento delle aziende indica l’impossibilità di

 

svolgere regolarmente le procedure di reclutamento a causa del coronavirus (2020: 18%). Nel caso dei posti di tirocinio CFP e AFC i problemi sono altri: i candidati alle formazioni CFP sono troppo pochi mentre quelli che vorrebbero iniziare un AFC non hanno le qualifiche sufficienti.

 

Solo in casi eccezionali i posti di tirocinio vacanti vengono cancellati o ritirati. La maggior parte sarà offerta anche l’anno prossimo (82%).

Data la situazione del coronavirus, sono aumentate le aziende che continuano a mantenere vacanti i posti per poterli eventualmente assegnare in seguito (2018: 52%, 2019: 50%, 2020: 66%, 2021: 61%).

Profilo dei nuovi apprendisti

Come l’anno precedente, tra coloro che hanno iniziato un tirocinio gli uomini superano le donne (56% contro 44%). Nel tempo questa proporzione tra i sessi si è mantenuta stabile.

Nel 2021 il 44 per cento dei nuovi apprendisti ha più di 16 anni. Ciò significa che spesso chi decide di iniziare un tirocinio non lo fa immediatamente dopo la scuola dell’obbligo. Questa constatazione è confermata dalle dichiarazioni delle aziende, secondo le quali il 9 per cento (valore stabile) degli apprendisti che hanno iniziato un tirocinio nell’estate 2021 aveva già un CFP o un AFC.

La maggior parte delle aziende che formano apprendisti continua a offrire la possibilità di conseguire la maturità

 

professionale parallelamente al lavoro, anche se nel 2021 la percentuale è stata la più bassa mai registrata (2018: 58%, 2019: 59%, 2020: 58%, 2021: 53%).

Tale opportunità però è stata effettivamente sfruttata solo dal 9 per cento dei nuovi apprendisti. Sebbene rappresenti globalmente il valore più alto dal 2018 ad oggi, questa percentuale varia notevolmente da un settore all’altro.

Nei servizi finanziari e assicurativi i nuovi apprendisti che puntano a conseguire la maturità professionale sono il 38 per cento, nell’istruzione e nell’educazione il 25 per cento e il 19 per cento nelle libere professioni, valori che collocano questi tre settori saldamente ai primi posti.

Variazione dell’offerta di posti di tirocinio

La maggior parte delle aziende dichiara di aver mantenuto costante l’offerta di posti di tirocinio rispetto all’anno precedente. Le percentuali delle aziende che offrono un numero maggiore o inferiore di posti di tirocinio sono rimaste praticamente invariate. Ad ogni modo, da quando è iniziata la pandemia si è diffusa una forte incertezza, che si riflette nella percentuale di coloro che non rispondono o non sanno cosa rispondere.

Tuttavia, la crisi del coronavirus ha influito su entrambe le decisioni. Le aziende di tirocinio che nel 2021 hanno offerto meno posti rispetto all’anno precedente si sono giustificate più spesso adducendo come motivo la situazione economica (2018: 10%, 2019: 11%, 2020: 20%, 2021: 23%). Il 14 per cento delle aziende ha poi menzionato esplicitamente la crisi del coronavirus. La motivazione più frequente però rimane quella

 

delle fluttuazioni naturali (2018: 53%, 2019: 46%, 2020: 45%, 2021: 23%).

Il 17 per cento delle aziende che hanno offerto più posti di tirocinio rispetto 2020 dichiara che lo ha fatto per dare una prospettiva ai giovani nonostante il coronavirus. Tuttavia, il motivo principale per aumentare l’offerta rimane la volontà di garantire il ricambio generazionale (2018: 36%, 2019: 36%, 2020: 41%, 2021: 40%).

Le previsioni per il 2022 sono più incerte. Se la maggior parte delle aziende che formano apprendisti vorrebbe mantenere costante l’offerta di posti nonostante la situazione economica e i timori legati alle ripercussioni del coronavirus, rispondendo alla domanda moltissime di loro mostrano prudenza e dichiarano di non aver ancora deciso cosa fare.

Titoli rilasciati alla fine del tirocinio

La maggior parte degli apprendisti che hanno concluso la formazione ottenendo il relativo titolo ha svolto il tirocinio presso una grande azienda con più di 100 collaboratori (48%) o presso un’azienda di medie dimensioni (35%).

Gli apprendisti che hanno ottenuto il titolo si concentrano ancora una volta nei settori del commercio, della sanità e dell’assistenza sociale e delle attività manifatturiere.

 

Il commercio rientra indubbiamente tra i settori formativi in ascesa, insieme a servizi finanziari e assicurativi, pubblica amministrazione, istruzione ed educazione. Tuttavia, nei settori con il minor numero di apprendisti che hanno ottenuto il titolo, tale numero continua a diminuire. Nel 2021 ha fatto eccezione per la prima volta soltanto l’edilizia.

Nel 2021 la maggior parte degli ex apprendisti ha lasciato l’azienda in cui ha svolto il tirocinio mentre il 37 per cento è stato impiegato all’interno dell’azienda (il 17% con un contratto temporaneo).

Sebbene non sia possibile individuare una tendenza chiara e costante nel tempo, nel 2021 le assunzioni nelle aziende di tirocinio hanno superato quelle del 2020. Anche in questo campo, quindi, non si riscontrano problemi particolari legati alla pandemia.

Qui sotto sono riportate le percentuali di assunzioni a tempo indeterminato per settore negli ultimi anni, che si sono evolute in modo piuttosto eterogeneo. Per questo motivo non si può

parlare di una tendenza intersettoriale. Il settore con il maggior numero di ex apprendisti (commercio) impiega più persone rispetto agli ultimi tre anni mentre il secondo classificato (sanità e assistenza sociale) si mantiene relativamente stabile. Tuttavia, rispetto al 2020 il numero di apprendisti che ha ottenuto il titolo è lievemente diminuito. Nel settore che si classifica al terzo posto (le attività manifatturiere) la situazione è differente: rispetto all’anno scorso il numero di ex apprendisti che hanno ottenuto un posto fisso nelle aziende di tirocinio è leggermente aumentato. Lo stesso discorso vale per l’edilizia, i servizi finanziari e assicurativi, la pubblica amministrazione e l’edilizia, dove questo incremento segna un’inversione di tendenza.

Scheda tecnica

Nota bene:

I valori indicati nello studio sono frutto di stime. I risultati dei campioni sono stati stimati sul totale degli intervistati.

Per quanto riguarda i giovani, le stime si basano sui ragazzi che hanno frequentato il decimo anno scolastico nell’anno

 

precedente, secondo la statistica dell’UST sulle persone in formazione.

Nel 2021 si è deciso di non effettuare stime sulle imprese.

Giovani

Gruppo target: cittadini residenti di età compresa tra i 14 e i 16 anni che hanno partecipato al sondaggio di aprile e che hanno terminato la scuola dell’obbligo in estate

Fonti degli indirizzi: base di campionamento (Ufficio federale di statistica)

Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online)

Periodo del sondaggio: 14.07. – 13.09.2021

Totale degli intervistati: N = 1’637

Margine di errore: ± 2.4% in caso di 50/50 e 95% di probabilità

Risorse impiegate: 55%

Ponderazione: 1° livello: numero di giovani per Cantone; 2° livello: età e sesso correlati per Cantone

Aziende:

Gruppo target: aziende con almeno 2 collaboratori, che hanno partecipato al sondaggio di aprile

Fonti degli indirizzi: registro delle imprese (Ufficio federale di statistica)

Metodo del sondaggio: sondaggio scritto (online/cartaceo)

Periodo del sondaggio: 14.07. – 06.09.2021

Totale dei partecipanti: N = 3’311

Margine di errore: ± 1.7% in caso di 50/50 e 95% di probabilità

Risorse impiegate: 68%

Ponderazione: 1° livello: numero di aziende per regione linguistica, 2° livello: ripartizione NOGA correlata per regione linguistica

Team di progetto gfs.bern

Lukas Golder: politologo e massmediologo

Martina Mousson: politologa

Aaron Venetz: politologo

 

Consulenza esterna

Prof. Dr. Stefan C. Wolter, professore di economia della formazione presso l’Università di Berna